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La Costituzione batte la voglia di censura, Radio Radicale riammessa al processo sulle torture in carcere. La Corte: prevale il diritto di cronaca

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E’ l’articolo 21 della Costituzione il più citato nell’ordinanza del Presidente della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, Roberto Donatiello, che ha riammesso le registrazioni in diretta effettuate da Radio Radicale  nel processo per le torture nel carcere della stessa città. Il diritto dei cittadini ad essere informati è stata la vera scriminante di questa decisione, più volte richiamata dal Presidente e definito un interesse con copertura costituzionale. Come si sa nell’udienza dello scorso 22 marzo l’avvocato De Stavola per conto del suo assistito aveva sollevato la necessità di sospendere la divulgazione in diretta perché ciò avrebbe potuto inficiare il diritto di difesa e rendere noto ai testi successivi ciò che veniva detto da quelli precedenti, in violazione appunto dell’acquisizione di una prova genuina nel corso del dibattimento, insomma ci sarebbe stata la possibilità di apprendere in anticipo quanto dichiarato dai testi e ciò avrebbe potuto condizionare gli altri. Ma questa, come sottolinea la Corte, era solo una possibilità non provata. I legali di parte  civile si erano opposti alla sospensione delle registrazioni vista la rilevanza del procedimento in atto. Insomma questo non è un dibattimento come altri, bensì una vicenda che riguarda i diritti civili dei detenuti e in generale afferisce la democrazia. Dunque “Radio Radicale è legittimata a pubblicare sul proprio sito gli audio registrati dopo ogni udienza. Un eventuale divieto alla diffusione delle registrazioni sarebbe un ingiustificato limite al diritto di cronaca, mentre non risulta compresso dalla diffusione degli audio l’esercizio del diritto di difesa”. come si legge nell’ordinanza. Il processo in corso conta 105 imputati, tra agenti penitenziari, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e medici dell’Asl, per i pestaggi ai danni di detenuti avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere sammaritano. “Peraltro –  ha osservato nell’ordinanza di rigetto il presidente della Corte, Donatiello –  ci sono anche altri mezzi di comunicazione attraverso i quali si possono pubblicare le risultanze delle singole udienze, come “siti internet e articoli di giornale”.


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