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In difesa della lingua, all’italiana. Carosone, modello di sviluppo

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“Ministero del Made in Italy”. Innegabili i riferimenti culturali al faro della nazione italo-napoletana: Renato Carosone. Nella celeberrima “Tu vo’ fa’ l’americano”, una frase emblematica sintetizza in “Tu sì made in Italy” la difesa dell’appartenenza, se non della razza. Ciò anche se nel mondo (in Europa in particolare) siamo considerati una vera e propria “razza di mariuoli”, e ciò da molto prima di Craxi, che così definì l’intera marea di tangentopoli, che lo travolse.

Ecco che il governo di destra-centro porta sul tavolo una vera e propria emergenza. Non si tratta ovviamente del prevedibile fallimento del P.N.R.R. (Pasqua, Natale, Resilienza e Resurrezione). Non si parla nemmeno dell’invasione di profughi che ci raggiungono “dall’intero globo terracqueo”. Non è in discussione l’antica diatriba tra guerra e pace; non hanno letto Tolstoj. Oggi, come nel 1938, è in primissimo piano la difesa della “lingua”. Per un disguido, gli osti vicini a palazzo Chigi, avevano pure tentato di ergersi in difesa della “coratella” e della “pajata”, ma i verdi-vegetariani si sono opposti. Molto delusa pure la romana de Roma, che li frequenta (gli osti).

Ovviamente si dovrà istituire il “Ministero della difesa della Lingua” e già si è chiamato il pronipote di Telesio Interlandi, per fondare la rivista “In difesa della lingua”. Purtroppo il giovane, da tempo emigrato negli States dalla Sicilia, parla malissimo l’italiano. Durissime le misure previste: non si potrà parlare, in inglese, in pubblica via e in numero maggiore di tre (parole e persone); sarà obbligatorio l’intero oscuramento della rete (ovviamente vietato chiamarla internet), in quanto non potranno digitarsi, per il suo uso, le parole nate nella “Perfida Albione”; un prossimo decreto attuativo convertirà in italiano i termini inglesi orribilmente usati. Anche qui si è trovato un intoppo, perchè i migliori laureati in lingua inglese, che avrebbero fornito le traduzioni, sono emigrati da tempo, perché all’estero trovano occupazioni dignitose, senza raccomandazioni, in italiano.


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