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Il mare di Napoli bagna gli occhi di Mario Paciolla nel murales di Jorit: “Un figlio di questa città, un eroe nazionale, diamogli giustizia”

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C’è un gabbiano nell’intenso azzurro degli occhi di Mario Paciolla. Lo ha voluto ritrarre così Jorit, nel suo imponente murales inaugurato ieri (mercoledì 14 aprile) a Napoli  su una facciata del Liceo “Elio Vittorini” del Vomero. Luogo simbolico, perché frequentato come studente dal cooperante dell’Onu, trovato senza vita il 15 luglio 2020, nella sua casa in Colombia, per cause ancora tutte da accertare. “Provava a portare giustizia dall’altra parte del mondo – ha raccontato agli studenti nell’aula magna dell’istituto, lo street artist internazionale – mi sento rispecchiato in questa figura, che fa parte della mia Tribù Umana. Quest’opera oggi ha fatto da catalizzatore per portare avanti l’idea che bisogna parlarne. Perché Mario è un figlio di Napoli, dovrebbe essere considerato un eroe nazionale e purtroppo siamo solo noi a Napoli a parlarne…”. La manifestazione, fortemente voluta dalla famiglia Paciolla ed il collettivo Giustizia per Mario Paciolla, si inserisce nella campagna di sensibilizzazione #Noinonarchiviamo, messa in atto per fermare la richiesta di archiviazione della Procura di Roma sul suo caso.

La realizzazione dell’opera è stata anticipata e sostenuta da un’ampia campagna di comunicazione, svolta in collaborazione con l’ufficio stampa del Gruppo Gesco, la cooperativa NClicke da una partecipata campagna di crowdfunding pubblica gestita dallo stesso Collettivo “Giustizia per Mario Paciolla”.

«Mi piace che in quella posizione gli occhi di Mario siano rivolti al mare – ha commentato dal palco Anna Motta, madre di Mario Paciolla, accompagnata dal padre, Giuseppe Paciolla– lui amava il mare di Napoli. Mi diceva sempre che in qualsiasi parte del mondo sia stato, non abbia mai trovato un azzurro come quello della sua città. Lo abbiamo vicino casa, lo verremo a trovare spesso. Questo murale è davvero molto bello e noi ci auguriamo che l’eco internazionale di Jorit possa aiutarci a superare i confini della Campania, dove fino ad ora la vicenda di Mario resta relegata. Speriamo che si possa creare una memoria e una consapevolezza della sua figura. Perché la storia ci insegna che Napoli c’è l’ha sempre fatta da sola…  Questa scuola è uno dei luoghi in cui è diventato quello che è diventato, e per noi è un simbolo importante. Le istituzioni locali ci sono vicine e vediamo che c’è anche una parte della politica al nostro fianco. A piccoli passi, siamo certi che riusciremo in questo percorso difficile».

«Noi abbiamo un dovere – ha ribadito Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo21 e già presidente della FNSI – non è un problema solo della famiglia, ma è una questione che investe la dignità nazionale. Noi saremo scorta mediatica come lo siamo stati per Ilaria Alpi e Giulio Regeni». Il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, durante il suo intervento, in quello che è stato anche il suo liceo e dove tornava con emozione dopo 30 anni, ha lanciato un appello alle istituzioni e ai media: «La ricerca di verità per Mario Paciolla non è una questione della famiglia, né solo di Napoli, è e deve essere una questione del Paese».

Con Giulietti, ancora una volta insieme per reclamare verità e giustizia per Mario Paciolla, erano presenti all’inaugurazione del murales anche Claudio Silvestri, segretario generale aggiunto della Fnsi, Fabrizio Cappella, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Désirée Klain, portavoce Articolo21 Campania, ribadendo il comune impegno il 16 maggio ad essere insieme al comitato giustizia per Mario Paciolla, davanti al tribunale di Roma, per rimarcare la contrarietà all’ipotesi di archiviazione del processo sulla morte del cooperante napoletano.


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