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Francia: processo al capo dell’intelligence siriana

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Per un regime isolato dal mondo civile può sembrare strano, eppure in queste ore a Damasco dovranno certamente valutare l’opportunità di accettare gli inviti che arrivano dall’estero. Un invito attesissimo è ad esempio quello del monarca saudita che vorrebbe far partecipare Bashar al Assad al vertice della lega araba che avrà luogo a Riyadh a maggio. La decisione saudita sembra presa, ma, siccome la Siria è stata espulsa dalla Lega araba per la sua feroce repressione delle manifestazioni di piazza,  la decisione va presa all’unanimità e Qatar, Marocco e Kuwait sin qui sarebbero contrari. L’invito però sarebbe gradito da Assad che recandosi a Dubai dall’emiro che sta patrocinando il suo sdoganamento il presidente siriano ha fatto sfoggio del suo abito scuro da cerimonia, che evidentemente tiene con cura nell’attesa dell’invito.

Ma diversa potrebbe essere la valutazione nelle stesse stanze per l’invito che giunge proprio in queste ore da un’altra grande capitale, Parigi. Si tratta dell’invito a comparire davanti alla magistratura francese che è indirizzato ad Ali Mamlouk, il consigliere del presidente e potentissimo capo dell’intelligence siriana. I giudici transalpini hanno infatti deciso di processarlo, insieme a due suoi collaboratori, Jamil Hassan e Abdel Salam Mahmoud, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La decisione riguarda la denuncia relativa alla sparizione di Mazzen e Patrick Dabbagh, due cittadini siriani ma anche francesi.Condotti in un carcere siriano di Damasco nel 2013, vi sono morti nel 2014 e nel 2017, secondo quanto attestato solo nel 2018 dalle competenti autorità siriane davanti alle insistenze dei congiunti dei due scomparsi di sapere quale fosse il destino dei loro cari. Nel 2018 così è stato spiccato il mandato d’arresto contro i tre esponenti di primo piano dell’intelligence siriana, responsabili diretti dei penitenziario dove i Dabbagh sono morti; ora è giunto il rinvio a giudizio. La Federazione Internazionale dei Diritti Umani, che ha denunciato il caso alle autorità francesi, ha espresso immediatamente la propria soddisfazione.
Difficile supporre che la notizia induca la monarchia Saudita a modificare orientamento sull’invito per Assad, ma forse le resistenze di Qatar, Marocco e Kuwait potrebbero essere rafforzate. Mentre la stampa francese già si sente certa che l’invito a Mamlouk e i suoi collaboratori non sarà accolto e che quindi il processo si farà con gli imputati in contumacia

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