Evan Gershkovich presenta appello contro l’arresto. I sindacati europei: Putin deve smettere di tenere in ostaggio la stampa

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Il giornalista americano Evan Gershkovich, arrestato la scorsa settimana in Russia con l’accusa di spionaggio, ha presentato appello contro l’ordine di arresto emesso da una Corte di Mosca nei suoi confronti che prevede la detenzione fino almeno al 29 maggio. Ne ha dato notizia la stessa Corte, del distretto di Lefortovo, aggiungendo che non è ancora stata stabilita la data in cui si svolgerà l’udienza d’appello. E’ quanto riportato dalla Tass e ripreso dalle maggiori testate internazionali.
Il reporter è accusato di spionaggio sulla base dell’articolo 276 del Codice penale, che prevede condanne fino a 20 anni di reclusione. Gershkovich, i cui genitori vivono negli Usa ma sono originari dell’ex Unione Sovietica, ha 32 anni e parla russo. Prima di essere assunto al Wall Street Journal aveva lavorato per l’agenzia Afp e per la testata russa in lingua inglese Moscow Times. Nei giorni scorsi la Casa Bianca ha condannato “con la massima fermezza” l’arresto, affermando che “è inaccettabile che il governo russo prenda di mira cittadini americani” e invitando tutti i connazionali a lasciare subito la Russia. Gershkovich si è dichiarato non colpevole quando è comparso davanti alla Corte del distretto di Lefortovo a Mosca, che al termine di un’udienza a porte chiuse ha deciso di trattenerlo in stato d’arresto almeno fino al 29 maggio in attesa del processo.
Contro l’arresto nei giorni scorsi erano intervenuti sia la Federazione della Stampa Italiana che Ifj e Efj.
“Il vergognoso arresto di Evan Gershkovich – aveva detto Dominique Pradalié, presidente della Ifj – è un altro palese tentativo di mettere a tacere le voci indipendenti in Russia. Putin deve smetterla di tenere in ostaggio la stampa. Chiediamo l’immediato rilascio di Evan”. Parole condivise e sottoscritte da tutti i membri della Federazione internazionale dei giornalisti. La Fnsi, con Raffaele Lorusso, componente del comitato esecutivo della Ifj, ha rinnovato l’appello ai media occidentali a dare spazio a tutti coloro, a cominciare dalle voci sempre più flebili dell’opposizione russa, che cercano di far emergere il dissenso nei confronti delle politiche del presidente Putin.


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