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Dal Barocco all’arte digitale: ‘Ipotesi Metaverso’ a Palazzo Cipolla

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Un dialogo costante tra arte fisica e arte digitale è il fil rouge della mostra ‘Ipotesi Metaverso’, un’innovativa e avanguardistica combinazione di opere dal barocco alla contemporaneità che accompagnano lo spettatore nelle sale di Palazzo Cipolla a Roma dal 5 aprile e fino al prossimo 23 luglio. 32 artisti, 16 storici e 16 contemporanei e 15 ambienti – con altrettanti percorsi multisensoriali e multimediali – trasformano lo storico palazzo di via del Corso in un viaggio in cui lo spettatore alterna reale e virtuale, in una efficace combinazione di arte e di ‘mondi’.

Realtà e virtuale, contemplazione ed immersione, intimità e partecipazione corale, sono gli ingredienti alla base dell’innovativa mostra ospitata dal 5 aprile al prossimo 23 luglio a Palazzo Cipolla, storico palazzo romano di via del Corso che si trasforma in un contenitore di esperienze fisiche e digitali.

Ipotesi Metaverso’ è il titolo della mostra-evento fortemente voluta dal Professor Emmanuele Emanuele – Presidente della Fondazione Roma Terzo Pilastro che da 24 anni ha reso Palazzo Cipolla uno degli spazi espositivi più avanguardistici della Capitale – che così si è espresso a riguardo “A chi teme che la tecnologia possa sopraffare le specificità dell’essere umano, rispondo con la convinzione secondo cui l’umanità saprà trovare le risorse giuste per convivere con essa e non esserne totalmente asservita. In altre parole, ne sfrutterà le potenzialità affinché migliorino qualitativamente il nostro vivere. Per questo credo fortemente alla coesistenza del passato e del futuro e ritengo che anche l’arte si sia uniformata a questa compresenza”.

La mostra accompagna quindi il fruitore in un viaggio attraverso nuove dimensioni spaziali ed esistenziali, articolata in 15 ambienti, frutto dell’opera e della commistione di 32 artisti, di cui 16 storici e 16 contemporanei, espressione di linguaggi e visioni da vivere quasi simultaneamente in un continuo gioco di rimandi.

Il percorso si snoda tra opere ‘classiche’ e opere site-specific di alcuni tra gli artisti digitali più innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale.

L’itinerario prende avvio da una delle più celebri “Carceri d’Invenzione” di Giambattista Piranesi per proseguire con architetture illusionistiche e disorientanti grazie al film d’animazione 3D di Grégoire Dupond e Teho Teardo. La sala successiva accoglie un’altalena immersiva che sembra spingere il visitatore in un vortice metropolitano ipnotico e un po’ claustrofobico; nella stessa sala, viene ospitato anche il bozzetto della finta cupola della Chiesa di Sant’Ignazio, capolavoro di architettura barocca simulata.

Si prosegue con un confronto inedito fra un’opera d’arte nativa digitale di Krista Kim ed un capolavoro di Victor Vasarely, fra vertigini ottiche ed utopie zen per un mondo più vivibile.

Quindi la creatività di Federico Solmi dà vita e materia, attraverso la scultura e quindi la pittura, a tre personaggi che compaiono all’interno di un percorso di realtà aumentata fruibile attraverso visori di ultima generazione. E sono gli stessi visori che accompagnano il pubblico in un’esplorazione vertiginosa di una città ultramoderna.

Se il primo Novecento trova espressione nelle opere futuristiche di Boccioni e De Pistoris, a far loro da contraltare una performance di moltiplicazione sensoriale fondata sulla musica, opera di Alex Braga.

Un percorso immaginifico, sorprendente e innovativo in cui al centro rimane comunque l’Arte nella sua espressione più alta nelle sue multiformi rappresentazioni, siano esse classiche, futuriste o virtuali. Una mostra che intende spingerci a guardare il futuro con fiducia, un futuro in cui l’uomo e la sua creatività rimarranno comunque protagonisti, cambiando forme e linguaggi espressivi con l’aiuto della tecnologia che ne modellerà le rappresentazioni future.


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