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Cittadinanza onoraria a Julian Assange, eroe dei nostri (bui) tempi

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Articolo21, con Free Assange Italia, Italiani per Assange e La mia voce per Assange, ha inviato a consigliere e consiglieri capitolini una mozione che invoca la cittadinanza romana onoraria per il fondatore di WikiLeaks.

La nostra associazione sta seguendo da tempo una vicenda che tocca il fondamentale diritto di cronaca. L’eventuale estradizione di Assangedalla Gran Bretagna agli Stati Uniti (dove rischierebbe una condanna a 175 anni di carcere in base ad una legge sullo spionaggio del 1917)sarebbe un precedente abnorme. Verrebbe messa in questione la libertà di informare e di essere informati.

Guai, dunque, a sottovalutare simile passaggio.

Tuttavia, mentre il “nemico pubblico” giace in un luogo orrendo di detenzione inglese paragonato a Guantanamo in condizioni fisiche e psichiche tremende, ancora si tende a considerare irrilevante un dramma umano, politico e morale.

Non per caso la Federazione nazionale cella stampa italiana, insieme alla omologa internazionale, si è mobilitata con decisione. E così l’Ordine dei giornalisti ha voluto simbolicamente consegnare attraverso Stefania Maurizi e il padre di Assange Jhon Shipton la tessera ad honorem a colui che, pur avendo svelato gli arcani e i misfatti del potere segreto delle guerre in Iraq e in Afghanistan, non era stato riconosciuto come giornalista.

Diverse città, da Pescara, a Catania, a Napoli a Reggio Emilia, a Forte dei Marmi a Monterotondo, per citarne alcune, hanno già offerto la cittadinanza. Roma, la capitale, non può sottrarsi, anche per l’enorme valore che avrebbe simile riconoscimento.

Insisteremo in questi giorni perché il risultato possa essere raggiunto in tempi brevi. Con le altre sigle proponenti faremo un civile tormentone.

Julian Assange siamo noi, magari sconfitti ma non vinti.


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