La stessa unità in nome dell’antifascismo che consentì alla Resistenza di abbattere il nazifascismo. Così sarà a Cagliari la manifestazione per il 25 aprile. Quell’unità, che consentì all’Italia di rinascere dalle macerie della guerra fascista, è oggi necessaria per evitare che maggioranza e governo di destra producano macerie morali, politiche, culturali. I segnali che si ripetono pressoché quotidianamente devono allarmare: dal ministro Valditara che condanna la preside Savino per il suo atto di coraggio contro l’aggressione agli studenti del Michelangiolo, al ministro Sangiuliano che vuole fare un minestrone mettendo nello stesso pentolone Gramsci con pensatori lontanissimi da lui, alle ignobili parole del presidente del Senato La Russa sull’attentato di via Rasella e alla definizione di ‘sgrammaticatura istituzionale’ data di quelle parole dalla presidente Meloni, ai tentativi di riscrivere la storia, cercando di mettere sullo stesso piano i partigiani con i repubblichini di Salò, alla ridicola lotta ai ‘forestierismi’ di Fabio Rampelli. Su questo punto va subito segnalata la posizione espressa dal dottor Gavino Maieli che al contrario propone di lanciare una campagna contro i termini inventati dal fascismo e ancora presenti nell’italiano.
Sono stati questi alcuni dei temi affrontati nella prima riunione del Comitato per il 25 Aprile svoltasi ieri a Cagliari, presieduta da Lidia Roversi, neoeletta presidente del comitato provinciale dell’Anpi di Cagliari. Presenti tutte le associazioni, dalla CGIl, con la segretaria metropolitana Simona Fonzecco, ad Articolo 21 a cui è stato affidato il compito di coordinare gli interventi che si succederanno sul palco della manifestazione che sarà allestito in Piazza del Carmine. Piazza in cui confluirà il lungo corteo che attraverserà tutto il centro del capoluogo sardo, avendo in testa giovani e partigiani e tutte le rappresentanze antifasciste, dal mondo culturale, sociale politico, fino a quello religioso, proprio come avvenne nella lotta partigiana.
È stato ripetutamente sottolineato nella riunione che questa celebrazione del 25 aprile ha caratteristiche nuove e urgenti, visto che avviene mentre i neofascisti e i loro alleati di destra governano il Paese. È stato ricordato che ci fu un solo precedente, nel 1960, con il governo Tambroni appoggiato dal Movimento Sociale di Almirante. Governo contro cui ci fu una imponente sollevazione popolare che lasciò sul terreno, a Reggio Emilia, cinque operai. La fiamma di quel MSI è ancora presente, come linea di continuità, nel simbolo di Fratelli d’Italia, partito voluto e creato dalla Meloni, da La Russa, da Crosetto.
Infine una riflessione sul dopo. Da più parti è stato rimarcato che in questa situazione il 25 aprile dovrà essere ogni giorno. Con iniziative nelle scuole, nei posti di lavoro, per ricostruire verità storiche contro cui, dal linguaggio, alle bugie, sono continuamente schierati sia i neofascisti, sia i loro alleati. Rilanciare presenza politica, partecipazione, riflessione collettiva per contrastare chi detiene il potere e che, per mantenerlo, ha a disposizione armi potenti, anche nella comunicazione. Per questo è indispensabile ribadire che l’Articolo 21 della Costituzione non solo va tutelato, ma fatto riaffermare con forza, come baluardo del sistema democratico nato dalla Resistenza e come prima, potente affermazione dell’inviolabile diritto alla parola, contro i tentativi di imbavagliare le opinioni anche attraverso le innumerevoli querele temerarie.
In queste settimane che precedono la Festa della Liberazione, saranno diffusi comunicati stampa, si terranno conferenze stampa per dare la massima diffusione sulle modalità, sui tempi, sulle caratteristiche della manifestazione che dopo la parte politica si concluderà con uno spettacolo musicale e di teatro. Il motivo conduttore, mai messo da parte, sarà il canto di ‘Bella Ciao’.