Dopo le dichiarazioni del sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, il Vaticano dovrebbe chiedere alla nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, se il Concordato è stato abolito. Il Molteni infatti ha affermato; “L’immagine della preghiera islamica, riservata ai soli uomini, sul sagrato della Chiesa di San Paolo a Cantù, in occasione di una manifestazione organizzata dalla comunità pastorale locale, non ci può lasciare indifferenti, anzi mi preoccupa e inquieta profondamente”. Non pago il Molteni ha aggiunto: “Il legittimo dialogo interreligioso – sottolinea il deputato della Lega – non significa rinunciare ai simboli di una comunità improntata ai principi cattolici e cristiani.Occupare il sagrato di una chiesa, simbolo della nostra comunità, per concludere la preghiera del digiuno in tempo di Ramadan, non è un segnale di tolleranza ma di un relativismo e di un pensiero debole, dominato da una perdita di identità rispetto ai valori occidentali.Penso anche a quanto annunciato una settimana fa, – prosegue Molteni – in occasione della Santa Pasqua: la chiusura dell’oratorio di San Teodoro, un luogo al cui interno, intere generazioni si sono formate ed educate, me compreso. Si chiude un oratorio e si consente alla comunità islamica locale di pregare sul sagrato della Basilica di San Paolo. Da anni mi batto, io e tanti canturini, per bloccare la realizzazione di una moschea illegale a Cantù”.
E’ del tutto evidente che il problema non sia se la chiesa di Cantù abbia fatto bene o no – a mio avviso si e dopo simili dichiarazioni ancor di più – ma se il governo italiano ha abolito unilateralmente il Concordato, se la Chiesa cattolica è sottoposta al controllo delle sue attività pastorali da parte del Ministero dell’Interno. L’articolo 2 del Concordato del 1984 infatti sancisce, o sanciva:” La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica”. Se nella visione pastorale della chiesa di Cantù il fatto che i fedeli musulmani – che non proibiscono alle donne di pregare, ma richiedono una sala per loro- non possono pregare legalmente è uno scandalo al quale porre riparo, se per la chiesa di Cantù proibire al prossimo il culto è grave come proibirlo a noi stessi, questi sono affari della chiesa di Cantù non del Ministero dell’Interno. Cosa c’è che non va del Concordato con la Chiesa cattolica per il governo italiano?