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21 maggio, Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità

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La pace non nasce, si fa.
Come la libertà, è una conquista.
Non si riceve come una medaglia, ma si impara come una disciplina.

La pace non è un sogno, ma un compito arduo che non si intraprende perché è facile, ma perché è necessario.

La pace non è il prodotto spontaneo di certe anime illuminate, ma il lavoro laborioso di esseri imperfetti che lottano ogni giorno per imparare l’arte del dialogo, della persuasione e del rispetto.

La pace non si ottiene né con le armi né con la guerra, né con la morte né con l’odio, né con l’oblio né con l’indifferenza.

La pace si ottiene mettendo l’essere umano al centro delle nostre preoccupazioni.

La pace si ottiene difendendo la vita.

La pace si ottiene investendo nei nostri popoli e non nei nostri eserciti; scambiando idee e non armi; preservando le foreste e non i pregiudizi.

Si ottiene trasformando nelle nostre società la cultura della guerra in una cultura della pace.

In nessun caso giustifico le atrocità commesse dall’esercito russo, né sostengo un’illusoria politica di acquiescenza nei confronti del regime dispotico di Vladimir Putin. Ma mi oppongo all’idea che l’unica strada da percorrere sia quella di continuare a inviare artiglieria e munizioni, fino a quando rimarrà l’ultimo ucraino in grado di spararle.

La costruzione della pace è forse il più ostacolato, il più sovvertito, il più minacciato di tutti i compiti che gli esseri umani hanno intrapreso fin dalle loro origini.

La strada per la pace può essere lunga, tortuosa, incerta, ma è l’unica strada possibile per allontanarsi dall’orlo del precipizio.

Dipende dalla nostra responsabilità, dalla nostra umiltà e dal nostro coraggio.

Non perdiamo la nostra occasione sulla Terra.

Non sprechiamo il prodigio di questa vita che ci ha portato angoscia e dolore, ma che ci ha anche permesso di vivere la felicità.

La speranza della pace, che ancora esiste, ci dia il coraggio di prendere il testimone dalle generazioni passate e di lanciare l’umanità nelle vaste terre del futuro.

Alla vigilia della Pasqua, facciamo nostre queste parole del Premio Nobel della pace Oscar Arias e inviamo a tutte e tutti, credenti e non credenti, i nostri migliori auguri.

Noi, che non ci siamo mai arresi e che non intendiamo abbandonare la lotta per la pace,

chiediamo a Dio

la fede, per continuare a credere nell’insondabile pozzo dell’animo umano;

la persuasione, per convincere coloro che erroneamente credono che tutti i conflitti debbano essere risolti con le armi;

e la forza, per non arrendersi, per non perdersi d’animo, per non ammainare mai le vele nel lungo viaggio che ci permetterà di costruire un mondo all’altezza dei nostri sogni.

Buona Pasqua!!!

Domenica 21 maggio 2023
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