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Tatiana de Rosnay, Daphne. Riscoprire Daphne du Maurier

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Daphne du Murier fu una scrittrice inglese di successo, molto nota e seguita dal pubblico nel Novecento e oggi  forse dimenticata. Per riscoprirne la figura e la vasta opera è utile la lettura della biografia  “Daphne” pubblicata da Neri Pozza nel 2016 e scritta da Tatiana de Rosnay, scrittrice di origine francese, inglese, russa, che ha pubblicato otto romanzi tra cui “ La chiave di Sara”, di cui alcuni ricorderanno la versione cinematografica. De Rosnay ha realizzato un libro di oltre quattrocento pagine in cui si sprofonda come in un romanzo, infatti la terza di copertina recita “Questo libro si legge come un romanzo. Ma niente è inventato. E’ tutto vero. E’ il romanzo di una vita.” E’ un racconto minuzioso grazie anche alle numerose fonti alle quali ha attinto l’autrice. L’esposizione della biografia della scrittrice risulta particolareggiata per personaggi ed eventi che scandiscono la sua complessa vita. Il libro dà conto della vasta produzione  di du Maurier, ma non elabora un profilo critico dell’opera, tuttavia riporta le circostanze in cui è nata ciascuna opera, le reazioni della critica, della stampa e del pubblico. De Rosnay scandisce i capitoli secondo le abitazioni e i luoghi in cui è vissuta la scrittrice, avendo avuto per lei una grande importanza; li va a ricercare e a visitare e ne fa una descrizione.  Il testo è dotato alla fine anche di un apparato iconografico con  foto di de Maurier in diverse fasi della sua vita, lei che non amava farsi fotografare.  Daphne du Maurier nacque a Londra il 13 maggio 1907 a Westminster Mayfair, il quartiere della regina, seconda di altre due sorella, Angela e Jeanne.

I genitori, Gerald e Muriel Beaumont erano entrambe attori, ma Muriel dopo il matrimonio lascia la carriera in quanto capisce che in famiglia c’è posto per un solo istrione: Gerald grande e affermato attore di teatro. Il nonno George, in famiglia detto Kiki, era stato pittore, fumettista, scrittore di una certa fama, amico di H. James. Nel 1916 la famiglia si trasferisce a Cannon Hall, in una lussuosa villa di stile georgiano ad Hampstead, Londra. Un quartiere considerato sobborgo di intellettuali, artisti, musicisti, scrittori.  Daphne e le sorelle vengono allevate da nanny e governanti, ricevono prima un’istruzione a casa, poi frequentano la St Margaret’s School, una scuola per ragazze  di Oak Hill Park. La famiglia è benestante e, grazie  ai numerosi successi teatrali di Gerald, conduce un alto tenore di vita. Le visite  e le feste con numerosi ospiti sono frequenti a Cannon Hall e Daphne si mostra timida e cerca di sottrarsi agli ospiti. Man mano che crescerà avvertirà sempre più il disagio di sentirsi “un maschio in un corpo di femmina”. Eric Avon  è il suo alter ego quando recita nelle commedie che inventa e interpreta in famiglia insieme alle sorelle e nelle quali lei assume subito la direzione. La personalità del padre è molto complessa e ha un’enorme influenza sulla crescita delle figlie e sul loro futuro. Gerald aveva un comportamento molto confidenziale con le figlie, ma  si mostrò anche un padre opprimente e “ vittoriano”  quando le figlie cercavano di rendersi indipendenti e di avere loro relazioni. Daphne era la sua preferita e qualche biografia non autorizzata adombra che il padre abbia avuto qualche atteggiamento inappropriato verso la figlia. Daphne comincia a scrivere molto presto, oltre alle commedie che recitava con le sorelle comincia a scrivere tutti i giorni un diario che le viene regalato a Natale del 1920 e che scriverà fino al matrimonio. Incoraggiata a scrivere dalla governante Tod, che le starà vicina tutta la vita, la scrittura diventa per lei una fuga dalla vita famigliare.

A diciassette anni decide di lasciare Londra per frequentare una scuola di perfezionamento per ragazze a Camposea, presso Meudon in Francia.  Si innamora di un’insegnante, Fernande Yvon, di dodici anni più grande di lei, che la incoraggia a scrivere e a coltivare un’arte e una ricerca in se stessa. Con lei avrà una lunga relazione, di cui terrà nascosta la natura e che si trasformerà poi in una lunga amicizia. Nella sua  vita avrà dopo il matrimonio due relazioni significative con altre donne. Si innamorerà di Ellen Doubleday, donna molto affascinante, moglie di Nelson Doubleday, il suo editore americano che la ospiterà quando dovrà recarsi in America per affrontare il processo per l’accusa di plagio per il romanzo “Rebecca”. Ellen, con la quale resterà amica a lungo, rifiuterà un rapporto che vada oltre l’amicizia, ma durante il soggiorno americano avrà un’altra storia d’amore e poi di amicizia a con l’attrice Gertrude Lawrence, che aveva recitato anche col padre. De Maurier odia la parola lesbica e non si considera bisessuale; chiama quella parte della sua personalità “The boy in the box”, de Rosnay parla di Eric Avon, intendendo dire che sentiva di avere un cuore di ragazzo in un corpo di donna. Questa sua ambiguità è percepibile anche in alcuni personaggi dei suoi romanzi. Proprio per allontanarla da Yvon e dai continui viaggi in Francia, i genitori pensano di comprare una casa per l’estate in Cornovaglia. Muriel e le tre figlie partono per la Cornovaglia, Daphne è disinteressata, ma nella baia di Fowey individuano una casa affascinante, Ferryside, ed è amore a prima vista. Muriel farà miracoli con la ristrutturazione, ma Daphne si trasferirà da subito in Cornovaglia perché capisce che sarà il suo luogo di ispirazione. Qui nel 1931 conosce il maggiore Friederick Browning, detto Tommy, giovane militare educato a Eton, campione olimpionico, croce di guerra francese a 19 anni. L’anno dopo si sposano con una cerimonia semplice, secondo il desiderio di Daphne. Dalla loro unione nascono tre figli Tessa, Flavia e Cristian, detto Kits, il preferito della madre.  Sarà un matrimonio non facile, anche se all’esterno impeccabile. Daphne è già presa dalla sua irrefrenabile passione per la scrittura e ha bisogno di solitudine, mentre come moglie di un alto ufficiale dovrebbe risiedere a Londra e presenziare a molti eventi pubblici: Daphne riuscirà per lo più a risiedere in Cornovaglia, seguendo rigorosamente i suoi ritmi giornalieri di scrittura.

Scriveva mattina e pomeriggio ed era piuttosto rapida nella stesura delle sue opere quando aveva colto l’ispirazione per un personaggio. I lunghi anni di guerra e la prestigiosa carriera di Tommy al fianco della Regina Elisabetta e del principe Filippo li costrinsero a lunghe separazioni, ma la famiglia fu sempre tenuta unita. Tommy risiederà a Londra e raggiungerà la famiglia nei fine settimana in Cornovaglia dove  Daphne risiede ormai irrevocabilmente nella nuova bellissima casa di Menabilly. Era un antico maniero del secolo XVI, disabitato, da sempre proprietà della famiglia Rashleigh, che Daphne aveva scoperto in mezzo a un’intricata vegetazione durante una delle sue escursioni.  Se ne innamorerà al punto che nel 1943, quando il marito era lontano in guerra, riesce finalmente a convincere i Rashleigh ad affittarglielo per vent’anni. Con i cospicui guadagni di “Rebecca” (1938) farà ristrutturare la bellissima proprietà che insieme a Milton Hill, visitata da bambina, le aveva ispirato Manderlay, la straordinaria casa del romanzo “Rebecca” e vi si trasferirà con i figli e il personale di servizio, facendone il suo regno e senza più lasciarla fino al 1969. Du Maurier è stata una scrittrice prolifica, ha deciso in giovane età di diventare scrittrice per assecondare la sua forte passione, ma anche con l’intento di ottenere con la scrittura un’indipendenza economica. Guadagnò molto e fu molto generosa con parenti e amici.

La Cornovaglia, come pure la storia della sua famiglia hanno ispirato alcune sue opere. Alcuni romanzi sono di ambientazione storica e compie per scriverle serie ricerche, a volte coadiuvata da alcuni assistenti, ma compiendo comunque  una profonda opera di selezione. Affronta diversi generi: scrive sedici romanzi, una biografia del padre, “Gerald, un ritratto” e una selezione delle sue lettere, “I du Maurier”, biografia della famiglia, tre pièce teatrali, numerosi racconti  pubblicati in varie edizioni, una biografia di Branwell Bronte e un libro dedicato all’amata Cornovaglia, illustrato dalle foto del figlio Kits. Il primo libro lo ha pubblicato a soli 23 anni grazie anche all’aiuto di alcune conoscenze familiari, ma ha subito ottenuto un grande successo di critica e di pubblico. Si tratta di “Spirito d’amore”, ispirato dalla figura di una donna, Jenet Slade e dalla sua famiglia di piccoli armatori della Cornovaglia. Seguiranno “Non sarò più giovane” , “Progresso di Julius” , “Giamaica Inn”, i cui diritti cinematografici vengono acquistati dall’attore Charles  Laughton per un film realizzato con la regia di Alfred Hitchock, che a Daphne non piacerà. Nel 1938 c’è lo straordinario successo di “Rebecca” che condizionerà la sua vita in quanto sarà sempre un elemento di confronto per i lavori successivi. Specialmente nella prima fase della sua lunga carriera sforna un best seller dietro l’altro con grande successo di pubblico e forti vendite, la critica non è sempre benevola e la bollano talvolta come autrice di “romance di bassa lega”. De Rosnay mette in evidenza come lei riesca sempre a mettere da parte le critiche e a tirare avanti, perché il suo amore per la scrittura è più grande. Scrive fino in tarda età quando poi dolorosamente l’ispirazione viene meno.  Nel 1969 deve lasciare l’amata casa di Menabilly e deve trasferirsi a Kilmarth, una sorta di grande dependance di Menabilly di fronte al mare, dove resterà fino alla morte nel 1989. Nella sua vasta produzione rivestono ancora oggi un particolare interesse i racconti in cui l’autrice, raggiunta una certa maturità, decide di far uscire la parte più oscura di sé. Sa che i suoi racconti turberanno i suoi lettori, la stampa, il suo stesso entourage, ma non ha paura di sconcertare, vuole scalfire quell’immagine di scrittrice  sdolcinata che certa critica le ha cucito addosso. Usa risorse ricorrenti nella sua opera: dualità psicologica, confine incerto tra realtà e immaginario, simbologia animale. D’altra parte anche nei suoi romanzi non aveva rinunciato a far uscire una parte inquietante di sé. Dalla sua opera verranno prodotti grandi successi cinematografici: Hitchock realizzerà “Rebecca, la prima moglie” e “Gli uccelli” dall’omonimo racconto, Nicolas Roeg sarà il regista di “A Venezia … un settembre rosso shocking” tratto dal racconto “Non voltarti”.

A Orvieto nei giorni scorsi , presso la Nuova Biblioteca Luigi Fumi si è tenuto un incontro sul confronto tra il racconto “Gli uccelli” e il film di Hitchcock, a cura de Il Filo di Eloisa e  di Valentino Saccà, critico e studioso di cinema. Nuovo appuntamento il 4 aprile con “Rebecca, la prima moglie”.


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