BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Strage di Crotone, Cpr e le inchieste necessarie. Riflessione dei vincitori del Premio Morrione

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di Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Manda, vincitori dell’ultima edizione del Premio Roberto Morrione

All’Al Ard Film Festival di Cagliari, “Sulla loro pelle”, la nostra inchiesta sul sistema dei centri di permanenza per il rimpatrio, ha vinto due premi importanti, di grande responsabilità, e lo sono ancor di più in questi giorni in cui si parla dell’ennesima tragedia nel Mediterraneo.

Alla nostra inchiesta, già vincitrice dell’XI edizione del Premio Roberto Morrione, sono stati assegnati due riconoscimenti dall’Associazione Sardegna-Palestina, realtà che organizza il festival, alla memoria di Ghassan Kanafani e dal pubblico. Ne siamo onorati, perché questi premi portano con sé la storia del festival, delle persone che lo fanno e lo vivono, delle registe e dei registi che nella maggior parte dei casi vengono dalla Palestina o da paesi in cui sono stati costretti a rifugiarsi o dove hanno scelto di vivere in cerca di pace e futuro. Portano con sé la lotta, che ogni anno il festival racconta, contro la persecuzione sui corpi e dei corpi dei palestinesi e delle palestinesi, colpevoli di esser nati e di vivere quella terraStorie che i media mainstream scelgono di non trattare. 

Al Ard significa terra. La terra è abitata da corpi pensanti e i corpi, in quella terra, sono l’unica cosa che rimane per difenderla. Così come in altri luoghi raccontati durante la rassegna: Tunisia, Libia, Libano, Iraq, Siria. Ma accade che altri siano costretti a fuggire o che lo preferiscano, per assicurare a se stessi o ai propri figli e figlie una vita senza il rumore delle bombe, una vita con un lavoro, una prospettiva, un futuro: il diritto al viaggio. Un diritto che, come ha scritto qualche mese fa Sara Manisera su Voiceover Foundation, dovrebbe essere universale e non un privilegio per pochi, per chi ha un passaporto forte o per chi ha i soldi per comprarlo. Il passaporto palestinese e libico, secondo il passport index della società Arton Capital, che valuta la facilità con cui il documento permette di viaggiare, sono rispettivamente al 191° e 190° posto su 199. All’ultimo posto l’Afghanistan. Al 198° la Siria, l’Iraq al 197°, lo Yemen al 196°.

Luoghi da cui provenivano gran parte delle persone che sono morte nel naufragio di domenica 26 febbraio al largo delle coste calabresi. Persone che avrebbero avuto diritto a essere soccorse e a chiedere asilo. Quello che avviene nel Mediterraneo quotidianamente, così come in altri luoghi in cui si è deciso di spostare i confini della Fortezza Europa, non sono incidenti, ma scelte consapevoli, definite, italiane ed europee: la scelta di perseguire e impedire il lavoro delle ong, di limitare sempre di più i canali legali di accesso, di finanziare i lager in Libia o la scelta di potenziare le strutture di detenzione amministrativa, luoghi di totale violazione dei diritti umani presenti nelle nostre città. Scelte politiche che riducono le persone a meri corpi da espellere, vivi o morti. Prendendo in prestito le parole del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Mauro Palma – quando denuncia l’assenza delle porte dei bagni nei CPR – “come se l’individuo smettesse di essere persona con una propria totalità umana da preservare nella sua intrinseca dignità, dimensione sociale, culturale relazionale e religiosa per essere ridotta esclusivamente a corpo da trattenere e confinare”.

Allora torna l’importanza e la grande responsabilità di questi premi, soprattutto a seguito delle affermazioni del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo aspettarmi dal luogo in cui vivo ma cosa posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso” O ancora, per Piantedosi, “la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”. Non basta la morte, disfarsi di quei corpi, si aggiungono il cinismo, il giudizio e la continua colpevolizzazione delle persone migranti, anche quando hanno appena perso la vita.

Per questo ringraziamo Al Ard Film Festival, che contribuisce da quasi vent’anni a diffondere una narrazione diversa, lenta, complessa e attenta. E ringraziamo il pubblico per un premio così importante in un territorio in cui è presente un Cpr, destinato per di più a essere potenziato, dimostrando che c’è ancora bisogno di un racconto documentato.

Prossime Proiezioni – Presentazioni di Sulla Loro Pelle

7 marzo 2023: Milano Cinema Arlecchino ore 19 link evento

11 marzo 2023: Vasto Sala Aldo Moro del Comune di Vasto ore 16.30 link evento


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