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Papa Francesco: “I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte!”

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Chi obbliga un politico, anche cristiano, a dirsi d’accordo con il papa? Nessuno. Come ebbe a dire il professor Romano Prodi, grazie al Concilio Vaticano II e al riconoscimento del primato della coscienza, esiste in una democrazia compiutamente e positivamente laica la categoria del “cattolico adulto”. E’ davvero così. Se qualcuno ne dubitasse farebbe bene a ricordarsi che il simbolo del primato della coscienza, il teologo John Henry Newman, è stato beatificato da Benedetto XVI e canonizzato da Francesco. Su questo dunque sembra che anche i teorici de “il mio papa è questo o quello” dovrebbero convenire ormai. Ma se un cattolico adulto avvertisse il bisogno di dirsi d’accordo col papa, per l’importanza di quello che ha detto, allora farebbe bene a leggersi cosa il papa abbia detto. I discorsi dei pontefici, come tutti gli altri discorsi ma forse un filino di più degli altri, hanno un senso nella loro completezza e quindi nella loro valenza complessiva risiede l’insegnamento morale che contengono. Se non si fa questo, o non si vuole fare questo, è meglio rifugiarsi nel primato della coscienza e lasciar stare. Nessuno ha imposto a un politico di valutare o commentare le parole del vescovo di Roma, successore di Pietro. Quello che non si può fare è estrapolare una frase che faccia comodo alla propria impostazione, omettere il resto e dirsi d’accordo col papa. Questo non si può fare, perché non parliamo del commento al discorso di un accademico, ma al discorso di un’autorità morale globale. E la morale è evidente nelle parole dell’autorità che le pronuncia. Qual è questa morale nel caso accaduto ieri?

Il papa è tornato a pronunciarsi sul disastro del naufragio di centinaia di migranti morti a pochi metri dalle nostre coste e, in occasione dell’Angelus, ha detto: “Esprimo il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone. Prego per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle e rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti! Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”.

Non è difficile riassumere il senso di questo discorso. Il papa ha detto che esprime dolore per l’accaduto, invita a pregare per le vittime, ringrazia la popolazione locale e le istituzioni che hanno dimostrato solidarietà e accoglienza, condanna i trafficanti di essere umani, chiede che il Signore ci dia la forza per capire e piangere.

Come spesso accade bisogna partire dalla fine. Come mai il papa chiede che ci sia data la forza di capire e di piangere? Vuoi vedere che ritiene che non tutti hanno capito e pianto? Forse non ha capito e non ha pianto chi a caldo ha criticato le vittime? Questo mi sembra il vero punto, che si unisce all’invito di partenza: dolore e preghiera! Ci sono stati in tutti i credenti?

Colpisce anche il riferimento alla popolazione e alle istituzioni che hanno dimostrato solidarietà e accoglienza. Sicuramente si riferisce alla Presidenza della Repubblica, visto che Mattarella è corso a Crotone, per partecipare alle esequie. Sicuramente si riferisce alle autorità locali che hanno chiesto, dato, dimostrato e pianto. Si riferisce anche ad altri? A chi non è andato non credo, a chi ha criticato le vittime non credo. Quindi ha ribadito per l’ennesima volta, la sua ferma condanna della tratta, dello sfruttamento dei migranti da parte di organizzazioni malavitose (con ramificazioni nel mondo e quindi -ritengo- anche da noi). E come si farà a essere solidali e accoglienti con una popolazione che fugge da catastrofi naturali o belliche se non aprendo loro corridoi umanitari sicuri? E’ una domanda che mi sarei posto. Me la pongo e credo che sarebbe doveroso farlo soprattutto se fossi  un politico europeo, quindi anche un politico italiano. Lo si fa con con Frontex? Frontex deve difendere le frontiere, o sbaglio? Qui parliamo di difesa delle frontiere o di difesa delle persone in fuga da catastrofi belliche o ambientali o climatiche?

Ora accade che il Presidente del Consiglio, signora Giorgia Meloni, si sia detta d’accordo con il papa, ma così: “Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le istituzioni. Come governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare”. Io ho l’impressione che abbiamo letto due testi diversi, ma questa volta rimango fermamente convinto di aver letto bene io. Tanto che quella frase finale “Che il signore ci dia la forza di capire e di piangere” mi sembra quasi prevedere letture parziali, molto parziali. Da anni il papa condanna chi estorce denaro fino a svenarli a questi disperati. Ma può farlo senza pensare a un sistema per tutelarli nei loro diritti? Capire e piangere è quello che non percepisco nelle parole della nostra premier e questo da italiano mi addolora, davvero. Dov’è la Madonna marmorea di Porto Salvo, quella statua enorme che dal 1933 svetta dal porto sicuro di Lampedusa, aperto a tutti i naviganti? No, il papa non ha detto quello che la signora Meloni ha capito, cioè quel che lei è una parte che non esprime il tutto.

Fonte: Globalist


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