Paola Deffendi collegata con il congresso della Cgil ha spiegato in poche, efficaci, parole, cosa fanno, dove vanno, quel che sperano i ragazzi come Giulio Regeni, suo figlio, ucciso in Egitto da uomini dei servizi di quel Paese che l’Italia non riesce a processare. “L’interesse di Giulio era per i lavoratori e per l’economia, ma non l’economia dei numeri ma la vita delle persone. Giulio Regeni si sentiva italiano ed Europeo. Era un esempio vivente di come l’ascensore sociale funzioni ancora, siamo una famiglia normalissima, ciò che ha fatto lo ha fatto perché ha studiato. Ma l’Egitto è una dittatura che uccide i suoi figli. Non è ciò che ci stanno raccontando». La mamma di Giulio Regeni era collegata con il congresso di Rimini insieme al marito Claudio Regeni e al loro avvocato Alessandra Ballerini che si sta battendo per ottenere l’inizio del processo sugli assassini e i torturatori dello studente. La prossima udienza è fissata per il 3 aprile e Articolo 21 sarà a piazzale Clodio insieme alla famiglia di Giulio per chiedere di nuovo verità e giustizia.
(Foto Cgil)