La libertà di stampa in Italia ha subito un nuovo serio attacco volto a mettere a tacere il giornalismo indipendente. La vicenda del sottosegretario Claudio Durigon e del quotidiano Domani non è una “questione interna” al nostro Paese ma riguarda tutta l’Europa. Ecco perché il consorzio europeo MFRR ha redatto un durissimo comunicato-denuncia sottoscritto già da molte realtà ed associazioni tra cui Articolo 21 e che riportiamo integralmente di seguito.
Le sottoscritte organizzazioni per la libertà dei media e della società civile condannano fermamente la decisione della procura di Roma di emettere un mandato di sequestro per l’articolo del Domani a seguito di una denuncia per reato di diffamazione a mezzo stampa presentata dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Nessun giornalista che esprima la propria opinione o conduca inchieste su questioni di interesse pubblico deve temere o essere sottoposto a intimidazioni, condanne o detenzioni.
Il 3 marzo 2023, i giornalisti Giovanni Tizian e Nello Trocchia sono venuti a conoscenza che Durigon aveva avviato un’azione legale contro il giornale quando due carabinieri si sono presentati alla porta della redazione del Domani con in mano un mandato di sequestro per un articolo che avevano firmato poche settimane prima. Dal mandato hanno appreso che il sottosegretario Durigon ha avviato una denuncia penale per diffamazione contro “ignoti”. A quanto risulta, la denuncia penale identifica solo l’articolo come corpo del reato.
L’articolo di Tizian e Trocchia, pubblicato nel gennaio 2023, faceva luce sui presunti legami di Durigon con personaggi legati ad organizzazioni criminali locali. Il pezzo esaminava come nel 2018, mentre era deputato e segretario nazionale dell’Unione Generale del Lavoro, Durigon avesse sostenuto la carriera del sindacalista Simone Di Marcantonio, il quale lo scorso gennaio, è stato condannato in primo grado per estorsione, insieme ad un gruppo di individui legati ad un clan operante nella provincia di Latina. Di Marcantonio è anche accusato di aver fatto da prestanome a un boss della ‘ndrangheta calabrese.
In risposta all’articolo del Domani, Durigon ha presentato una denuncia per diffamazione a mezzo stampa, in base all’articolo 13 del Codice Penale 47/1948, norma che prevede pene detentive fino a sei anni, sanzione che è stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta (sentenza 150/2021).
A seguito della denuncia di Durigon, la procura ha ordinato il sequestro di una copia cartacea dell’articolo incriminato, nonostante il pezzo di Tizian e Trocchia fosse disponibile sulla pagina web di Domani. Un procedimento così atipico da parte della Procura di Roma rappresenta un allarmante abuso di azioni legali da parte di autorità e funzionari pubblici italiani. Questa intrusione non necessaria nella redazione del Domani segnala il crescente ricorso delle autorità italiane a strategie dirette ad intimidire e mettere a tacere le voci e i media indipendenti che sollevano critiche nei confronti dei funzionari pubblici.
La decisione delle autorità italiane di ricorrere ad un mandato di sequestro ha un grave effetto intimidatorio: assieme al crescente numero di cause per diffamazione intentate da membri dell’attuale governo, questo episodio indica un preoccupante deterioramento della libertà di stampa in Italia. Dopo la Presidente del Consiglio Georgia Meloni, il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Durigon è il quarto membro dell’attuale governo italiano con in corso azioni legali per silenziare le critiche della stampa.
Sempre più spesso funzionari governativi ricorrono alle querele per diffamazione in risposta ad articoli che trattano questioni di interesse pubblico, una tendenza sempre più allarmante. I personaggi pubblici che ricoprono cariche elettive hanno il dovere di agire in modo responsabile e di essere pronti ad accettare un livello più elevato di critica, in conformità con le pronunce della giurisprudenza nazionale ed internazionale.
Nell’esprimere la nostra solidarietà alla redazione del Domani, esortiamo quindi le autorità competenti ad astenersi dal ricorrere a tali pratiche intimidatorie e ingiustificate non solo nei confronti del quotidiano Domani, ma anche di qualsiasi altra redazione in futuro. Chiediamo inoltre al sottosegretario Durigon di ritirare la sua denuncia per diffamazione.
Più in generale, esortiamo il Parlamento italiano ad adottare con urgenza una riforma completa delle leggi sulla diffamazione in Italia, in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione. Questa riforma, attesa da tempo, dovrebbe essere incentrata sulla depenalizzazione della diffamazione e stabilire dei limiti nell’ambito del diritto civile sull’ammontare dei danni che possono essere richiesti, per evitare di creare ostacoli sproporzionati alla professione giornalistica. Esortiamo inoltre il Parlamento a dare seguito il prima possibile alle raccomandazioni incluse nell’iniziativa anti-SLAPP dell’UE e a sostenere l’adozione della direttiva europea anti-SLAPP.
Le nostre organizzazioni continueranno a monitorare da vicino la situazione del quotidiano Domani e reagiranno ad eventuali ulteriori minacce dirette alla libertà di stampa in Italia, anche attraverso la documentazione dei casi sulla piattaforma Mapping Media Freedom.
Firmato:
ARTICLE 19 Europe
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
International Press Institute (IPI)
Free Press Unlimited (FPU)
OBC Transeuropa (OBCT)
Articolo 21
Meglio Legale Aps
Greenpeace Italia
The Good Lobby Italia
(Nella foto il sottosegretario Caludio Durigon)