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La parola antifascista

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Non c’è niente da fare. Quella parola non riesce ad essere pronunciata. Nemmeno in occasione del ricordo del vile massacro delle Fosse Ardeatine. Non riesce a pronunciarla la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
E così le 335 vittime di quell’orrore non trovano il riconoscimento del loro immane sacrificio nemmeno a 79 anni di distanza. La parola “fascismo” non esce perché quell’eredità culturale non è stata mai rinnegata da Fratelli d’Italia. Nemmeno oggi che la forza politica, nata dal Movimento Sociale Italiano, è forza di governo. Non esce perché l’ambiguità che ha caratterizzato il percorso di FDI è servita a costruire la sua base elettorale. Ne sono testimonianza i comunicati ufficiali resi pubblici il 24 marzo, giorno in cui fu consumato l’eccidio. Le persone rastrellate e trucidate hanno pagato con la vita non il solo fatto di essere italiane. Basterebbe scorrere l’elenco di quei nomi per comprenderlo. Molti erano detenuti solo perché sospettati di essere antifascisti. Alcuni erano stati già condannati a morte, molti erano ebrei sfuggiti alla deportazione ma rinchiusi in carcere. E c’erano persino cittadini stranieri. Non sono stati barbaramente ammazzati solo perché italiani. Tra quei 335 innocenti non c’erano fascisti. Anzi, i fascisti collaborarono attivamente con gli occupanti nazisti a stilare la lista degli italiani da uccidere per rappresaglia. Gastone Gori, 30 anni, fu arrestato dopo aver tagliato i fili elettrici della ferrovia di Ciampino. Era un socialista cattolico, muratore.
Alberto Pilo, 37 anni, professore di filosofia, era un partigiano combattente del Partito d’Azione.

Paolo Angelini, 35 anni, era un autista appartenente ai Gap, comunista.

Lazzaro Anticoli, 27 anni, era un pugile, ebreo.

Raffaele Aversa, 38 anni, era Capitano dei Carabinieri e apparteneva al Fronte clandestino di resistenza dei Carabinieri.

Ugo Baglivo, 34 anni, avvocato era un partigiano del Partito d’Azione.

Donato Bendicenti, 37 anni, avvocato del PCI appartenente alla banda patrioti del Trionfale.

Secondo Bernardini, 36 anni, era un commerciante che aderiva alla Democrazia Cristiana.

Basta scorrere l’elenco delle vittime per scoprire le loro esistenze, a volte i loro volti, e comprendere il loro impegno contro i fascisti e gli occupanti tedeschi.

Erano antifascisti, Presidente Meloni e Presidente La Russa. Antifascisti. Ed è grazie al loro sacrificio che anche gli eredi di un partito che non ha scritto la Costituzione, ora può governare dopo libere elezioni. E giurare sulla Costituzione.

Pronunciatela senza timore la parola antifascista. La democrazia italiana ha bisogno, anche, di una destra antifascista.


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