Il caso dei cronisti del quotidiano Domani, dove il 3marzo scorso sono entrati i carabinieri per sequestrare l’articolo cartaceo di Giovanni Tizian e Nello Trocchia, a seguito della denuncia per diffamazione a mezzo stampa fatta dal sottosegretario Claudio Durigon, è finito anche sulla piattaforma Media Freedom Rapid Reponse, il consorzio finanziato dall’Unione europea che si occupa appunto della libertà dell’informazione.
MFRR condanna senza mezzi termini la decisione della Procura italiana. “La libertà di stampa italiana è seriamente minacciata dall’ennesimo tentativo di un membro dell’attuale governo di mettere a tacere il giornalismo indipendente. Le sottoscritte organizzazioni per la libertà dei media e della società civile _ afferma ancora il pezzo che compare sulla piattaforma _ condannano fermamente la decisione della Procura italiana di emettere un ordine di sequestro dell’articolo investigativo di Domani, a seguito di una denuncia penale di Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali dell’attuale governo. Nessun giornalista che esprime la propria opinione o indaga su questioni di interesse pubblico deve temere né essere esposto a intimidazioni, condanne o reclusione”. In calce, si leggono tutti i nomi delle organizzazioni indipendenti che prendono posizione: articolo 19 Europe; European Center for media freedom (ECPMF); la Efj (European Federation of Journalists); Perr Freedom Unlimited; Grenpeace Italia; IPI (International press freedom (IPI); Meglio legale Aps; OBC Transeuropa e The good lobby Italia.
L’articolo di Tizian e Trocchia aveva rivelato i presunti legami di Durigon con soggetti legati alla criminalità locale quando, nel 2018, era deputato e ricopriva un alto incarico all’interno del sindacato Ugl.
“La decisione delle autorità italiane di ricorrere a un ordine di sequestro ha un grave effetto dissuasivo _ si legge sulla piattaforma MFRR _ . Insieme a un numero crescente di cause per diffamazione intentate da membri dell’attuale governo, indica un preoccupante deterioramento della libertà di stampa in Italia. Insieme al presidente del Consiglio Georgia Meloni, al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Durigon è il quarto membro dell’attuale governo italiano a ricorrere a un’azione legale per mettere a tacere le critiche della stampa.”
“Gli attuali funzionari del governo italiano _ continua lo scritto _ hanno sempre più risposto agli articoli che trattano questioni di interesse pubblico con azioni legali. Questa è una tendenza allarmante.
Nell’esprimere la nostra solidarietà alla redazione di Domani, invitiamo pertanto le autorità competenti ad astenersi dal ricorrere in futuro a simili pratiche intimidatorie ingiustificate nei confronti di Domani e di qualsiasi altra redazione. Chiediamo inoltre a Durigon di ritirare la sua denuncia penale per diffamazione.
Più in generale, sollecitiamo il Parlamento italiano ad adottare con urgenza una riforma globale delle leggi sulla diffamazione in Italia in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione. Questa riforma attesa da tempo dovrebbe incentrarsi sulla depenalizzazione della diffamazione e porre limiti all’interno del diritto civile all’ammontare dei danni che possono essere richiesti per evitare di creare indebiti ostacoli alla professione giornalistica. Esortiamo inoltre il Parlamento ad avviare una discussione per dare seguito alle raccomandazioni incluse nell’iniziativa anti-SLAPP dell’UE e per sostenere l’adozione di un testo avanzato della direttiva anti-SLAPP dell’UE.
Le nostre organizzazioni continueranno a monitorare da vicino questa situazione che coinvolge Domani e risponderanno a tutte le minacce alla libertà dei media in Italia, compresa la documentazione dei casi sulla piattaforma Mapping Media Freedom.”
Lo scorso Febbraio i partner di MFRR hanno pubblicato l’ultima edizione del loro Monitoring report biennale: sono state registrate negli stati membri della Ue 813 violazioni della libertà dei media, che hanno coinvolto 1.339 soggetti, tra individui e testate. Nei Paesi dell’Unione, gli attacchi principali (42,4% dei casi registrati dalla piattaforma) sono verbali, seguiti da quelli di tipo legale (il 27,2%).