VENEZIA – La Giuria Internazionale del Ca’ Foscari Short Film Festival, composta dall’artista multimediale e regista Mika Johnson, dall’animatore statunitense Robb Pratt e dall’attore Roberto Citran, ha assegnato i principali riconoscimenti a tre corti che avevano come tema importanti aspetti della sofferenza del pianeta.
Primo premio a Die Unsichtbare Grenze – Invisible Border (Austria, 26’40’’) di Mark Siegfried Gerstorfer, prodotto dalla Filmakademie Wien, è il vincitore del Concorso Internazionale di questa tredicesima edizione. Racconta di un rimpatrio forzato, a causa di documenti non regolari, ai danni di una famiglia del Kosovo stabilitasi a Vienna, invitata dalla polizia durante la notte a fare le valigie. La disperazione di abbandonare un luogo nel quale sopravviveva senza troppa difficoltà si trasforma in una tragedia che fa implodere il nucleo familiare. Una poliziotta mandata ad attuare il respingimento inizia ad avere dubbi ed emozioni in conflitto tra la sua umanità e il lavoro che è obbligata a fare.
Menzione speciale “WeShort”, per l’opera che offre la migliore sperimentazione nei linguaggi cinematografici, all’unico italiano in concorso, il cortometraggio d’animazione Fly High (Italia, 6’39”) di Giuseppina Fais, Lorenzo Pappa Monteforte, Kevin Rosso e Yagiz Tunceli dal Centro Sperimentale di Cinematografia del Piemonte. L’opera è stata premiata con la motivazione: C’è un modo di dire nel mondo del cinema: per le opere in live action, prima si dirige il film, poi lo si monta. Nell’animazione, prima si monta il film, poi lo si dirige. Per il suo ritmo serrato e la narrazione chiara che esprime in modo efficace i temi della mentalità di branco, dell’isteria di massa e il pericolo di saltare alle conclusioni sbagliate.
Menzione speciale “Museo Nazionale del Cinema”, per l’opera che offre il miglior contributo al cinema come espressione artistica, è andata a Volver al Sur – Returning South di Sofia Ayala (Germania/Messico, 14’53”), realizzato per la German Film and TV Academy Berlin. Consegnato dal giurato Mika Johnson a una regista emozionata. Volver al Sur racconta il viaggio di un fratello e di una sorella che trascinano il cadavere del padre per attraversare il confine messicano e seppellirlo nel luogo che era la loro casa.
Premio per la miglior sceneggiatura del Concorso è stato assegnato da una giuria specifica, composta da Domenico Scimone, Eduardo Fernando Varela, Roberto Tiraboschi e Alessandro Loprieno che ha deciso di premiare con la Menzione speciale “Storie di Vitae” Carpenè-Malvolti il cortometraggio Bloody Gravel (Iran, 18’14”) del regista iraniano Hojat Hosseini, studente della Tarbiat Modares University di Teheran. Storia di un viaggio stremante di una coppia di migranti verso l’ignoto caratterizzato da dubbi, paure ripensamenti. Narrazione di una fuga da tradizioni culturali opprimenti.
La Menzione speciale “Le Giornate della Luce” per la miglior fotografia è stata assegnata da una giuria apposita composta dal Presidente dell’associazione “Il Circolo” Donato Guerra, dall’organizer e programmer del festival Silvia Moras e dal giornalista cinematografico Luca Pacilio. La Menzione è andata a Eonnileul Gieoghae – Remember Our Sister (Corea del Sud, 28’55”) della giovane regista coreana Hayoung Jo proveniente dal Dong-Ah Institute of Media and Arts. Remember Our Sister denuncia in maniera originale attraverso il genere del musical la condizione delle comfort women attraverso la narrazione di uno dei tanti episodi di violenza di cui furono teatro le basi americane nella Corea degli anni Ottanta.
La Menzione speciale “Conservatorio di Vicenza” alla miglior colonna sonora, assegnata da una giuria composta da Davide Tiso, Lorenzo Pagliei, Pierangelo Valtinoni, Pietro Tonolo ed Elisabetta Andreani, è andata al corto polacco Rozkwit Zimowy – Winter Bloom (Polonia, 29’59”) diretto da Ivan Krupenikov e prodotto dalla Warsaw Film School. Winter Bloom pone lo spettatore di fronte allo scenario di una catastrofe ecologica, un mondo distrutto da un’umanità che non ha saputo averne cura e che ora paga, con la malattia e con la morte.
È stato invece il turco Ümit Güç a vincere il Premio “Pateh Sabally” per la multiculturalità con il suo Footprints of Ants (Turchia, 15’). Il premio, offerto dalla Municipalità di Venezia, Murano e Burano e dedicato al ragazzo del Gambia scomparso nelle acque del Canal Grande nel gennaio 2017, è ancora più significativo non solo per le importanti tematiche trattate dal corto, ma anche per la decisione del regista di non partecipare al festival per aiutare i suoi connazionali nelle zone terremotate, ai quali il festival esprime la propria solidarietà. Toccante il video messaggio che il regista ha mandato al pubblico in occasione della cerimonia.
Passando ai concorsi collaterali, è stato poi annunciato il vincitore della settima edizione del CINIT Music Video Competition, concorso dedicato a videoclip musicali realizzati da studenti di scuole di cinema o di università da tutto il mondo. A vincere è stato Object of Life dell’australiano Jack James Parry dalla Deakin University, con una storia giocosa sui pericoli del lavoro per raggiungere obiettivi materiali nella vita. Inoltre, la giuria composta dal produttore e regista Giovanni Bedeschi, dalla giornalista Alice D’Este e dal membro del direttivo di CINIT Giordano Giordani ha voluto riconoscere nominalmente una menzione speciale al video Zeus di Nicco Nn.
È stato poi premiato il vincitore della decima edizione del Concorso Scuole Superiori. Il premio è dedicato al miglior cortometraggio realizzato da studenti delle scuole superiori di secondo grado di tutto il mondo. Una giuria composta da studenti di Ca’ Foscari, ha decretato come vincitore il documentario Úzkosti – The Anxieties di Anežka Kozlová e Matyáš Lada, due giovani studenti liceali dalla Repubblica Ceca che hanno raccolto le testimonianze di dieci persone che hanno vissuto e superato l’ansia.