Non è servita a monito l’esperienza di Sam Bankman-Fried, che con la banca di cripto valute FTX, nel novembre scorso, ha fatto un buco di 250 miliardi di dollari. Era stato arrestato nel dicembre scorso alle Bahamas, scarcerato con una cauzione di 250 milioni di dollari (l’uno per mille!), avendo tutti la certezza che almeno 10 miliardi del suo patrimonio personale erano spariti, lì nel celeberrimo paradiso fiscale al largo della costa est degli USA.
Oggi ancor più grave il fallimento della Silicon Valley Bank (svb) che però può far dire ai dirigenti che è colpa del rialzo dei tassi. Questo perché i clienti che avevano investito nelle sturtup della SVB avevano preferito ritirare (tutti, amministratori compresi) i loro depositi. Il governo USA sta per intervenire. Analoghi problemi sta avendo il Credit Suisse, perché l’aumento dei tassi ha messo definitivamente a nudo una gestione di finanziamenti generosi, agli amici degli amici.
Alla luce dei fatti si evince che l’unica cosa che sano fare le potentissime “Banche centrali” è aumentare i tassi, devastando l’economia. Nulla di percepibile e concreto in quella che dovrebbe essere l’attività principale delle “Centrali”: la vigilanza. I banchieri aiutano i banchieri.
Inoltre l’aumento dei tassi, spacciato per lotta all’inflazione, contribuisce alla stessa. Ciò perché anche il “costo del denaro” è un costo, che si aggiunge agli altri, contribuendo all’inflazione. Difatti, a fronte di un aumento sino al 3% dei tassi, l’inflazione è scesa del 1%, sol perché è sceso il prezzo dei combustibili. Ma ammesso che l’innalzamento del tasso al 3% abbia ridotto di un punto l’inflazione, bisognerebbe aumentare il tasso al 30% per annullare l’inflazione che è circa al 10%. Inoltre bisogna ricordare che la crisi finanziaria del 2008 fu causata dall’aumento dei tassi…
La verità è che siamo in guerra. Durante le guerre ci sono i pescecani che si arricchiscono. Nelle precedenti guerre si contrabbandava cibo e materie prime, oggi si contrabbandano valute. Grazie agli onestissimi “banchieri centrali”, che onestamente ammettono: “Non sappiamo che fare!”