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22 marzo 2022 – 22 marzo 2023: PECcato non rispondere

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A marzo dello scorso anno, a seguito dell’arrivo della condanna del GRIDAS per la sentenza civile intentataci dall’ex-Iacp (ora Acer) scrivemmo una lettera al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Il nostro era un semplicissimo invito a incontrarci per una conoscenza reciproca: il nuovo sindaco della città e una realtà che, dalla città, ha saputo intessere reti sociali, dal basso, gratuitamente, diffondendo Cultura e una visione viva del mondo e dei rapporti umani.
Una semplice richiesta d’incontro, tanto che avevamo mandato una semplice e.mail.
Era il 14 marzo 2022.
Silenzio.
Nessuna risposta, ma eravamo stati ingenui (ci fu detto): “andava mandata una PEC!”
E così abbiamo mandato la stessa mail, perché la semplice richiesta quella era, via PEC.
Era il 22 marzo 2022.
Esattamente un anno fa.
Niente.
Nessuna risposta.
Possibile che il “nuovo” sindaco della città non sia nemmeno curioso di incontrare una realtà che, nella città che ha scelto di amministrare, è attiva da più di 40 anni e che riceve riconoscimenti e solidarietà da mezzo mondo?
Sì perché, quando è arrivata la sentenza, si sono mobilitate realtà e persone anche dall’estero!
Tutti a gridare insieme: #IlGridasNonSiTocca e a sostenerci dal basso.
Ci è stato detto che, però, ha incaricato gli assessori.
Ma noi lo volevamo conoscere, così come abbiamo incontrato di persona i due Sindaci che lo hanno preceduto nell’amministrazione della città nei precedenti 12 anni (questa storia paradossale si trascina dal giugno 2010).
La lettera era questa, la pubblichiamo OGGI acciocché possiate aiutarci a capire quale assurda richiesta conteneva per non essere degna di considerazione alcuna, nemmeno di un “non vi voglio incontrare” o il più consueto “ho altri impegni inderogabili”.
Nulla.
Solo silenzio.
Tutto tace dal Palazzo.
*       *       *       *       *
Egr. Sindaco della città di Napoli, Gaetano Manfredi,
ci rivolgiamo a Lei come già abbiamo fatto con i suoi due predecessori affinché si faccia carico dell’annosa questione che riguarda la legittimazione dell’operato del GRIDAS a Scampia.
Il GRIDAS – Gruppo risveglio dal sonno – è un’associazione culturale senza fini di lucro fondata a Scampia da Felice Pignataro (l’artista poliedrico cui è dedicata la stazione della metropolitana di Piscinola-Scampia della Linea 1, denominata “FELImetrò”), Mirella La Magna (alla quale è stata indirizzata proprio quest’anno una delle 22 lettere sul futuro da Procida Capitale della Cultura 2022 “Fondatrice del GRIDAS, presidio culturale anticamorra a Secondigliano e Scampìa, periferia nord di Napoli – perché la cultura è un diritto”), e da altre persone accomunate dall’intento di mettere le proprie capacità artistiche e culturali al servizio degli ultimi, per un risveglio delle coscienze e un riscatto della società.
Tra le altre cose, il GRIDAS promuove a Scampia il Carnevale di quartiere, un carnevale sociale, autofinanziato, organizzato dal basso con le altre realtà attive sul territorio che è cresciuto enormemente negli anni, facendo scuola a Napoli e non solo ispirando altrettanti carnevali sociali riuniti dal 2012 in un coordinamento che ogni anno si allarga, attirando a Scampia persone e realtà attive nel sociale da tutta Italia.
Quest’anno, domenica 27 febbraio 2022, si è tenuto il 40° Corteo di Carnevale di Scampia.
Sin dalla sua fondazione, nel 1981, il GRIDAS ha stabilito la propria sede nel centro sociale del rione Monterosa, che non ha occupato bensì utilizzato con altre realtà della zona. Trattasi, infatti, di un centro sociale destinato proprio alle attività sociali come attesta il cartello che ancora campeggia fuori la struttura.
Lo ex-IACP (ora ACER), che si dice proprietario dell’immobile non si è mai fatto vedere, né quando i terremotati che occupavano il piano superiore sono andati via nel 1987 nelle case loro assegnate e hanno lasciato l’edificio disastrato, né quando nel 1988 un incendio accidentale ha demolito il salone al pian terreno, né tutte le volte che, prima Felice Pignataro poi Mirella e gli altri membri del GRIDAS, lo hanno interpellato nel tentativo di regolarizzare la posizione del GRIDAS nello stabile, né quando c’è stato bisogno di interventi di manutenzione ordinaria e talvolta straordinaria della struttura di cui il GRIDAS si è assunto sempre l’onere senza mai chiedere nulla in cambio.
Tutte le attività del GRIDAS sono sempre state autofinanziate, gratuite e non abbiamo mai chiesto fondi a nessuno.
Dal 2010 lo ex-IACP ci accusa di essere occupanti abusivi dello stabile.
Abbiamo subìto un processo penale che si è concluso nel 2013 con la nostra assoluzione “perché il fatto non sussiste”, con la specifica, nella sentenza, che non c’è stato depauperamento della struttura, ma, semmai, un suo aumento di valore dovuto al nostro operato.
Non soddisfatto, lo ex-IACP ci ha intentato un processo civile che, dopo vani tentativi di mediazione, si è svolto e concluso nel 2020 con la condanna del GRIDAS come “occupante senza titolo dell’immobile”.
Sin dal 2010, alla notizia del possibile sgombero del centro sociale in cui ha sede il GRIDAS, è partita subito una mobilitazione nazionale che ha indotto l’allora Sindaca Jervolino a prendere parte attivamente nella questione proponendosi come “mediatore” tra GRIDAS e ex-IACP e istituendo tempestivamente un “Tavolo Tecnico” volto alla realizzazione di una permuta di beni immobiliari mirata a far rientrare l’immobile sede del GRIDAS nel patrimonio Comunale per poi poter disporre una regolarizzazione della presenza del GRIDAS nello stesso.
Precisiamo che il GRIDAS non si dichiara disponibile al trasferimento in altra sede perché legato storicamente a quei locali (che ribadiamo nascono come centro sociale) che sono arricchiti e caratterizzati dalla presenza di murales di Felice Pignataro (che ci ha lasciati nel 2004).
Il tavolo tecnico istituito nel 2010 si arenò perché lo stabile risultò non accatastato e lo ex-IACP non fu in grado di definirne il valore, sicché non si poté procedere subito con la permuta.
Negli anni, in cui i processi sono andati avanti, si è proseguito di pari passo con ulteriori tavoli tecnici che hanno interessato i vari assessorati al Patrimonio del Comune di Napoli che si sono susseguiti, anche con il successivo Sindaco, Luigi De Magistris.
Non si è mai arrivati a una concretizzazione della trattativa.
In ultimo e in extremis, prima dell’ultima udienza del processo civile, fu trovata una carta che attestava la proprietà comunale dell’immobile (ultimo assessore competente al momento era Alessandra Clemente). Tale carta non si è potuta utilizzare ai fini processuali.
Una delibera del Comune di Napoli (n° 384 del 20 ottobre 2020) indirizzava in ordine all’accertamento della titolarità dell’immobile.
Sotto la giunta di Luigi De Magistris è stata anche approvata la delibera del Comune di Napoli (n° 51 dell’8 febbraio 2018) che individua quale bene comune immateriale la complessiva opera artistica e sociale di Felice Pignataro e quale bene comune materiale la sede del GRIDAS.
Ora che è giunta la sentenza di condanna che ci intima di abbandonare lo stabile, chiediamo il Suo intervento urgente sulla questione, supportati dalla richiesta di tutti quelli che riconoscono nel GRIDAS un riferimento culturale e sociale, non solo a Scampia e a Napoli, ma in tutta Italia.
Le chiediamo, nello specifico, di verificare urgentemente se effettivamente lo stabile appartiene al Comune o se ci sono altre attestazioni in merito che confutano questa dichiarazione.
Se lo stabile risultasse di proprietà del Comune, Le chiediamo di procedere urgentemente per far valere questa proprietà e “salvare” il GRIDAS.
Se, invece, lo stabile risultasse di proprietà dello ex-IACP/ACER, come sostiene questo ente, Le chiediamo di procedere urgentemente per concretizzare la permuta a cui si sta lavorando sin dal 2010.
Con osservanza, inviamo distinti saluti e restiamo in attesa di essere convocati per un incontro con Lei.
Per il GRIDAS,
Mirella La Magna Pignataro.
Napoli, 14 marzo 2022.
Si allegavano, per completezza di informazioni:
– la sentenza del processo penale che ci ha assolti
– la sentenza attuale del processo civile di condanna perché occupanti “senza titolo” della struttura
– un Dossier sul GRIDAS presentato a supporto della nostra difesa in entrambi i processi
– La delibera che riconosce il GRIDAS “bene comune” della Città di Napoli
– La delibera per l’accertamento della proprietà dell’immobile
– La lettera aperta sottoscritta da decine di personalità di Cultura e di realtà attive, non solo a Napoli, a supporto della causa del GRIDAS in vista dell’udienza del 26 ottobre 2020, di cui era giunta sentenza.
Nel frattempo, aspettando l’incontro e le promesse degli assessori incaricati, abbiamo presentato il ricorso e ottenuto la sospensiva della sentenza in attesa del processo d’appello fissato per il 5 marzo 2024…tra un altro anno, un altro “marzo” di attesa.
Qui il riepilogo di tutta la vicenda:
http://www.felicepignataro.org/il-gridas-non-si-tocca

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