Sarà realizzato su una facciata del liceo scientifico Elio Vittorini il ritratto di Mario Paciolla firmato dallo street artist Jorit e da inaugurare il 28 marzo prossimo, giorno in cui sarebbe caduto il compleanno del cooperante morto in Colombia. Il progetto “Un murale per Mario Paciolla” è stato presentato lunedì mattina in conferenza stampa nella Sala del Capitolo nel Complesso Monumentale San Domenico Maggiore a Napoli dai genitori di Mario, Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla, insieme con Simone Campora del collettivo Giustizia per Mario Paciolla, la vicesindaco del Comune di Napoli Laura Lieto e il presidente di Gesco Sergio D’Angelo. Sono intervenuti anche Sergio Colella, consigliere delegato dal sindaco per la Città Metropolitana e Désirée Klain, responsabile di Articolo 21 per la Campania; mentre le avvocatesse Alessandra Ballerini ed Emanuela Motta, che assistono la famiglia Paciolla, hanno parlato attraverso due interventi video. Ha moderato la conferenza il giornalista Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania.
Il murale firmato Jorit e dedicato alla memoria di Mario sarà realizzato con il sostegno di Gesco e della società Argo e grazie a una raccolta fondi sulla piattaforma
gofundme. L’Elio Vittorini si è reso disponibile ad ospitare l’opera su una facciata del liceo (il nulla osta sarà ratificato da un consiglio d’istituto agli inizi di febbraio), d’intesa con il Comune e la Città Metropolitana di Napoli.
«Il Comune si sta adoperando affinché si possa realizzare questo tributo a Mario e il suo volto diventi per tutti parte della nostra vita quotidiana e del panorama di questa città. Il murale sarà la testimonianza collettiva di una comunità che si riconosce attorno a un uomo che ha vissuto per la pace», ha detto la vicesindaco Laura Lieto, mentre delegato del sindaco per la Città metropolitana Sergio Colella ha ricordato l’importanza degli ideali per i giovani per i quali il murale «dovrà essere un messaggio potente e Mario un esempio per tutti». Sergio D’Angelo, che con Gesco e la cooperativa Nclick sostiene la campagna di comunicazione e di crowdfunding necessaria per affrontare le spese del murale, ha detto che «non vogliamo solo omaggiare la memoria di Mario, ma denunciare quanto è accaduto e l’inaccettabile silenzio calato sulla sua morte, anche da parte di chi avrebbe dovuto proteggerlo, come l’Onu. Contro la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma, dovrebbero attivarsi per chiedere la verità sulla morte di Paciolla il Ministero degli Esteri e lo stesso Parlamento». Jorit ha spiegato che il senso del suo intervento artistico sarà quello di «dare un messaggio positivo: Mario è diventato un eroe suo malgrado, con il murale voglio valorizzare ciò che ha fatto, renderlo una figura importante nella memoria della “tribù umana”» come pure Simone Campora del Collettivo “Giustizia per Mario Paciolla” ha ricordato che il suo volto «si affaccerà su una strada del suo quartiere: Mario guarderà noi e noi guarderemo lui per non dimenticare» e Desirée Klain ha assicurato il sostegno di Articolo 21 alla campagna di raccolta fondi su GoFundMe. «Mario era un difensore dei diritti umani, ha speso la sua vita ed è morto per questo. La sua è una storia dolorosa che merita verità e giustizia e il fatto che sarà un artista internazionale come Jorit a realizzare il murale aiuterà a uscire fuori dai confini campani» ha detto l’avvocatessa Emanuela Motta, che ha ricordato anche che è possibile lasciare messaggi anonimi, caricare foto e video sulla piattaforma
marioveritas.org per sostenere la ricerca della verità sulla sua morte. «Mario è morto sul lavoro, impropriamente lo si definisce “volontario” – ha ribadito l’avvocatessa Alessandra Ballerini – ed è chiara la responsabilità dell’organizzazione per cui lavorava. Era un giovane uomo, un giornalista rigoroso e generoso ed è anche per tutte queste ragioni che non crediamo all’ipotesi del suicidio, oltre che per le molte evidenze che abbiamo dai nostri periti». Infine la mamma di Mario, Anna Maria Motta, ha spiegato perché Jorit: «Pensiamo che l’internazionalità di questo artista possa fare viaggiare la storia di Mario. Abbiamo la certezza che saprà interpretare il sorriso dei suoi occhi e la sua profondità. È una maniera per ribadire che noi non archiviamo. Quello di Mario è un omicidio, per noi è chiarissimo ed è importante prima di tutto restituirgli dignità».
(Nella foto la presentazione dell’iniziativa)
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