Si è alzato il muro del silenzio sulla bruttissima vicenda dei cronisti italiani cui è stato impedito di entrare in Ucraina o è stato tolto l’accredito per poter svolgere la propria attività professionale. Quest’ultima non ha a che fare con la propaganda, bensì con la indispensabile cronaca su ciò che accade nell’orrendo conflitto in corso. Le persone hanno il diritto di sapere. Non può vincere la classica strategia del segreto, tipica delle guerre.
I principali telegiornali hanno oscurato la notizia, pur essendo giornalisti (quelli interessati) che operano spesso proprio per la Rai, oltre che per altre rinomate testate della carta stampata.
Si tratta di dimenticanza o di censura? Intanto, c’è da cogliere un’occasione immediata: si rivolgano sul tema precise domande a Giorgia Meloni, nella conferenza stampa della presidente del consiglio in merito al viaggio in Ucraina.
Non si assista senza reagire alla morte in diretta della libertà di informare e di essere informati.
L’immagine di copertina è di Alekos Prete