Marcia Antimafia Bagheria-Casteldaccia. 40 anni dopo la prima edizione

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Alla Marcia Antimafia Bagheria-Casteldaccia, promossa dal Centro Pio La Torre per venerdì 24 febbraio pv nel quarantesimo anniversario della prima, sinora sono pervenute dalla Sicilia 71 adesioni di scuole di ogni grado, Amministrazioni e associazioni comunali e metropolitane, Università, Associazioni studenti universitari, Associazioni antimafia, Diocesi di Palermo, chiese locali, associazioni cattoliche, sindacati confederali e delle forze dell’ordine. Tante adesioni sono la dimostrazione di una memoria condivisa e di una diffusa consapevolezza che le nuove mafie indebolite dal contrasto dello Stato e dalla coscienza civica del paese, saranno sconfitte come la mafia stragista di quarant’anni fa. La Marcia ripercorrerà la strada dei Valloni che quarant’anni fa era la via di fuga dei killer di centinaia di assassinii nel “triangolo della morte” e ora intitolata “Via della marcia antimafia 26 febbraio 1983”. Oggi le nuove mafie sparano di meno, ma corrompono di più, si infiltrano, anche a livello transnazionale, con maggiore elasticità e professionalità nel tessuto produttivo riciclando i proventi dei loro traffici illeciti, vecchi e nuovi, e nelle parti consenzienti delle istituzioni, della politica e dell’economia. La presenza delle nuove mafie ritarda, come hanno fatto quelle antiche, la crescita del paese sottraendogli ricchezza e democrazia.

La reazione positiva dell’opinione pubblica, soprattutto giovanile, all’arresto dell’ultimo latitante corresponsabile delle stragi degli anni novanta e degli assassinii della seconda guerra di mafia dimostra quanto siano aborrite le mafie. L’arresto di Messina Denaro illumina la trasformazione di uno stragista in un moderno imprenditore del turismo, dell’eolico, delle transazioni finanziarie transnazionali, supponiamo, grazie alle protezioni politiche, alle complicità istituzionali e sociali. Tutto ciò non è stato sufficiente a bloccare l’applicazione della legislazione antimafia e anticorruzione nata con la Rognoni-La Torre, oggi imitata a livello internazionale, che non va modificata perché efficacissima se sostenuta da una forte volontà politica della classe dirigente del paese. La sua efficacia presuppone che il fenomeno mafioso stia sempre al centro dell’agenda politica locale, regionale,nazionale e internazionale sia quando si affronta la crisi economica sociale post-pandemica o gli appalti dei servizi locali o la tratta dei migranti o le guerre locali compresa quella contro l’Ucraina. La prevenzione spetta alla politica che deve recuperare la fiducia dei cittadini, soprattutto dei più giovani. Su questo tema svolgono un ruolo non sostituibile la scuola e gli organismi sociali intermedi nonostante il debole sostegno dal sistema politico.

La Marcia di venerdì 24 febbraio coincide con il triste anniversario di un anno di guerra della Russia contro l’Ucraina che minaccia di degenerare in guerra nucleare. Coincide pure con il settantottesimo dell’ultimo treno pieno di ebrei e antifascisti spedito dai fascisti da Trieste al campo di concentramento di Bergen- Belsen. Coincide inoltre con la giornata contro tutte le guerre invocata anche da papa Francesco. Senza pace nel mondo si torna dopo la globalizzazione dell’economia e del commercio alla ricerca di identità nazionalistiche, alla chiusura dei confini con la crescita delle disuguaglianze sociali territoriali e delle democrature.
La Marcia servirà come quarant’anni fa a dire si allo sviluppo democratico senza ingiustizia sociale,corruzione, mafie, droga, guerre.
Per tali motivi la manifestazione sarà conclusa nella piazza Matrice di Casteldaccia, dopo brevi saluti istituzionali, dai rappresentanti degli studenti per consegnare simbolicamente il testimone avendo fornito loro, con progetti educativi, gli strumenti culturali per comprendere e contrastare il fenomeno mafioso. Cancellare dal loro futuro le mafie significa rafforzare la democrazia e porsi l’obiettivo di un nuovo modello di sviluppo equo e solidale.


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