Parlare della Costituzione, difenderla, amarla. Sulle orme dei giganti, di chi l’ha sognata, ha contribuito a scriverla e l’ha difesa strenuamente fino agli ultimi giorni della sua vita. Articolo 21 è anche e soprattutto Memoria che lascia in dote al futuro un percorso a cui ispirarsi; un percorso costruito da chi ci ha preceduto, costruito dal nulla. Anzi, no. Perché la spinta a blindare una vera e duratura democrazia espressa nei 139 articoli della ‘’Costituzione più bella del mondo’’ derivò dalla privazione dei diritti e della libertà figlia della guerra e del regime.
Uno dei giganti sulle cui orme noi intendiamo camminare, da sempre, è Giuseppe Dossetti. Partigiano per sempre, padre della nostra Costituzione, monaco, politico coerente, che nel 1994 uscì dal suo monastero per ritornare nell’agora politica proprio in difesa della Costituzione, promotore di un pensiero più attuale che mai.
Ne abbiamo parlato a 110 anni esatti dalla sua nascita, il 13 febbraio a Potenza, in un confronto partito da un’idea del neonato presidio lucano di Articolo 21 e raccolto da colleghi, studenti, associazioni che lo hanno declinato in una riflessione collettiva e necessaria.
La resistenza è un dovere contro la violazione dei diritti e della libertà.
‘’Dossetti, nella prima stesura dell’articolo 21, indicava il diritto alla resistenza- ha subito raccontato Loris Mazzetti, giornalista, autore, studioso e storico collaboratore di quel maestro del giornalismo italiano e tra i grandi ispiratori di Articolo 21 che fu Enzo Biagi– Vorrei attualizzare questo discorso: chiediamoci per quale motivo, per la prima volta, il presidente della Repubblica è andato al Festival di Sanremo. Sono rimasto scandalizzato da quanto affermato da alcuni giornalisti circa questa presenza e da quello che è stato detto sulle parole dei Benigni, che ha sottolineato due articoli e, il secondo, è proprio l’Articolo 21. Credo che in questo momento ci sia un gran bisogno di impegnarsi poiché l’assalto alla Costituzione è ben presente. E per questo si deve parlare sempre della Costituzione, ovunque. Soprattutto nelle scuole. E pensando agli studenti, chiudo con le parole di Dossetti, circa la nascita della costituzione e l’obiettivo di ‘costituire una comunità politica finalizzata a garantire la libertà ma anche tesa a realizzare la giustizia sociale e l’uguaglianza’. Gli stessi principi e obiettivi della resistenza’’.
I giovani e il mondo della scuola vanno coinvolti. Le nuove generazioni devono poter innamorarsi della Costituzione e dei suoi insegnamenti. E in questo delicato processo di trasmissione dei valori, la comunicazione è sostanza ma è anche forma.
Lo ha ricordato bene don Marcello Cozzi, riferimento del presidio lucano di Articolo 21 e presidente del Ce.St.Ri.M. ‘’Dobbiamo restituire sovranità alle parole- ha detto- Per esempio: democrazia. Per recuperare il significato profondo di questa parola dobbiamo recuperare il significato profondo dell’essere umano e del riconoscimento dell’umanità. È democrazia laddove riconosci agli essere umani i loro diritti fondamentali. Ecco perché è importante la difesa della Costituzione e perchè è importante andare ovunque per difenderla. Dobbiamo affiggerla dappertutto. E, almeno i primi 12 articoli, dovrebbero essere affisi nelle chiese e nelle scuole’’. ‘’Lasciatemi raccontare un aneddoto- continua- era la fine degli anni Ottanta e, in quell’occasione, conobbi Dossetti. Ero ancora un giovane seminarista a Roma e Dossetti, già monaco, venne a parlarci e a proposito della retorica dell’apparenza, ad un certo punto, facendo riferimento ai dipinti dei vescovi che c’erano tutti intorno, si fermò e, alzando il dito disse: ‘ma voi pensate che in Paradiso avremo questo carnevale? Vi assicuro che non ci sarà’’.