“La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna metterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”.
Parole di Pietro Calamadrei.
E’ un impegno costante quello a cui tutti siamo chiamati. Se la Costituzione fosse considerata solo pagina scritta, parole stampate, sarebbe molto più facile tentare di cambiarla. Tentazione sempre in agguato, oggi ancora di più. Il fatto è che la Costituzione è molto più di quelle parole scelte con così tanta cura e attenzione.
Un artista può spiegarlo bene se di quelle parole e degli ideali cui sono ispirate, è in grado di cogliere il senso più poetico. Per questo Roberto Benigni sul palcoscenico dell’Ariston di Sanremo ha colpito nel segno: ha colto il sentimento che ha ispirato quelle parole.
Quel sentimento che ha guidato tanti giovani a mettere in gioco la loro vita. Un sentimento che è amore per la libertà. Un sentimento che ha ispirato i padri costituzionali che hanno scelto quelle parole per far sì che il sacrificio di quei giovani non fosse invano, per far sì che la libertà non fosse mai più calpestata.
La Costituzione è la carta della libertà.
Un artista sensibile come Benigni è stato in grado di trasmettere questo elementare ma fondante messaggio. Lo ha fatto perché un artista può riuscire dove a volte è più difficile riuscire. Usando la poesia. Che è la sintassi dei sentimenti.
Non è stato inappropriato farlo sul palcoscenico di Sanremo come qualcuno ha voluto stigmatizzare. Per più ragioni. La prima, e la più urgente, è che la Costituzione appartiene a tutti noi. E dovrebbe essere diffusa e spiegata in qualunque luogo e in qualunque momento. E a seguire ce ne sono tante altre di ragioni, che hanno attinenza con la capacità del Festival di Sanremo di riunire davanti alla Tv milioni di italiani; che hanno attinenza con il fatto che la rassegna musicale è un prodotto del servizio pubblico; che hanno attinenza con la considerazione che Sanremo è anche un fatto di costume, una fotografia del paese. Lo è sempre stato e lo sarà ancora.
E perché mettere insieme libertà e pace, come sa fare la Costituzione, è poesia, letteratura, impegno civile, arte e cultura. Politica nel significato più alto. Non di parte, proprio perché la Costituzione appartiene a tutte le forze politiche presenti in Parlamento.
Appartiene anche a quelle che sono eredi di chi non era compreso nella costituente. Perché la differenza tra una democrazia e una dittatura sta nella differenza che esiste tra due parole: includere ed escludere. La democrazia include, la dittatura esclude.
Ma al di là di ogni altra considerazione è stata la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in teatro a farci comprendere quanto quella riflessione coinvolgesse tutti. Ce lo hanno fatto comprendere i suoi sorrisi e la sua emozione. E la sua gigantesca statura istituzionale, vera garanzia di unità del paese.
Ci siamo meritati la Costituzione. In prima