“Vendere armi è peste”. Così Papa Francesco, di ritorno dal viaggio in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, marchia a fuoco il commercio di armi.
“C’è un mondo in guerra. L’Ucraina non è l’unica. Da 12-13 anni la Siria è in guerra, da 10 anni lo Yemen, in America Latina ci sono tanti focolai. Il mondo è in guerra, è in autodistruzione. Fermiamoci una bomba richiama una più grande. Vendere armi è peste”. Ha affermato il pontefice sull’aereo che lo riportava parlando co i giornalisti al seguito.
“La vendita delle armi è ora al top e non solo tra le grandi potenze” mette in guardia Francesco. Parole che devono far riflettere sulle responsabilità della industria bellica che coinvolge anche l’Italia. Proprio stamane il nostro amico e collega Ahmad Rafat ha reso noto che sono prodotte proprio nel nostro paese le cartucce dei fucili da caccia che in questi giorni vengono usate dai fedeli del regime iraniano per fermare i manifestanti. I pallini di piombo indirizzati al volto specialmente delle ragazze stanno causando la perdita degli occhi di decine di persone. Anche se in teoria è in vigore l’embargo per l’esportazione di proiettili da caccia, le norme sono aggirate attraverso triangolazioni commerciali. Ed i proiettili italiani stanno rendendo ciechi e deturpando il volto di chi si oppone al regime. Chiediamo il rispetto delle leggi in vigore.