Papa Francesco arriva su una papa mobile semiaperta e saluta con ampi sorrisi i congolesi accorsi numerosi all’aeroporto di N’dolo a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo.
Un milione di persone, un’affluenza che il Pontefice non vedeva da anni in un viaggio apostolico.
La musica martellante dri cori della chiesa e la folla esuberante sono stato uno straordinario corollario alla messa papale officiata dinanzi al presidente Félix Thisekedi e alle altre autorità del Paese.
Un giorno di festa cha ha fatto sentire più lontana la violenza che devasta l’est del paese, dove decine di gruppi armati si combattono e saccheggiano villaggi, rastrellando risorse e uccise do civili inermi.
Ma il pensiero di quanto accade nel Kivu e nell’Ituri non era lontano dalla mente del papa.
“I cristiani sono chiamati ad essere “missionari di pace. È una scelta”.
Il messaggio di Papa Francesco è chiaro, diretto. Non lascia alibi.
Chi si professa cristiano,,come il popolo congolese e chi lo rappresenta, deve fare tutto il possibile per sanare conflitti, determinare la fine di tensioni e ostilità che portano solo a sofferenze e morte.
Il riferimento, seppur non esplicitato apertamente, agli scontri sempre più violenti nell’est della Repubblica democratica del Congo con il Movimento 23, considerato il braccio armato del Ruanda “non regolare”, è evidente.
“Bisogna fare posto a tutti nel cuore, è credere che le differenze etniche, regionali, sociali e religiose vengono dopo e non sono ostacoli; che gli altri sono fratelli e sorelle, membri della stessa comunità umana; che ognuno è destinatario della pace portata nel mondo da Gesù. È credere che noi cristiani siamo chiamati a collaborare con tutti, a spezzare il circolo della violenza, a smontare le trame dell’odio. Sì, i cristiani, mandati da Cristo, sono chiamati per definizione a essere coscienza di pace del mondo” ha sottolineato il Pontefice nella messa officiata all’aeroporto di N’Dolo a Kinshasa.
Tra i fronti di conflitto lo scontro con il Ruanda è forse quello che maggiormente preoccupa non solo papà Francesco ma tutta la comunità internazionale, come dimostrano le dichiarazioni dell’inviato speciale nella Regione dei Grandi Laghi delle Nazioni Unite.
“I presidenti Paul Kagame e Félix Thisekedi devono sforzarsi di disinnescare il conflitto tra Ruanda e Repubblica democratica del Congo, smorzando le tensioni attraverso il dialogo”. Nelle parole del rappresentate dell’Onu, Huang Xia, c’è tutta la profonda preoccupazione della comunità internazionale per l’escalation militare tra i due paesi.