L’iniziativa di Avvenire annunciata dal direttore Marco Tarquinio, che attrraverso testimonianze, articoli, analisi di colleghe giornaliste della testata e scrittrici come Maria Pia Veladiano, Ritanna Armeni, Tiziana Ferrario e Marina Terragni, accompagnate dalle fotografie di Laura Salvinelli, ha tutto il pregio di accendere le luci sulla tragedia afgana e di tenerla desta per l’intero mese di febbraio e sino all’8 marzo. Le donne afgane sono infatti la componente della società più tradita dal ritiro incondizionato delle forze internazionali di un anno e mezzo fa.
Mentre le promesse di un diverso approccio riguardo dei talebani verso i diritti delle donne, prima fra tutti l’educazione, svanisce di giorno in giorno, i diritti delle donne afgane incrocia quello delle vicine e con una lingua in comune il farsi e il dari, praticamente la stessa, indica che la battaglia per sopprimere i loro diritti, pur con delle differenze, sia comune a entrambi i regimi.
Duilio Giammaria, autore del libro “La Magnifica Porta, un paese chiamato Afghanistan”, Marsilio.
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