Giustizia per Giulio, un passo avanti. Meloni e Tajani saranno sentiti dal gup

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Forse non è ancora arrivato il momento della verità per il caso Regeni ma per la giustizia è stato fatto un concreto passo in avanti che, per di più, impegna la politica. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma ha, infatti, accolto l’istanza del legale della famiglia del ricercatore, l’avvocata Alessandra Ballerini, che aveva chiesto di chiamare in udienza il primo ministro Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Entrambi sono stati convocati per il prossimo 3 aprile. “Una convocazione assolutamente doverosa” l’ha definita Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. Perché? I motivi sono molteplici, in primis legati alle parole rassicuranti pronunciate da entrambi i politici circa l’impegno a cercare la verità su questa incredibile storia. Per capire meglio bisogna tornare alla cronaca recente e ai colloqui diplomatici avuti con il governo egiziano. L’avvocata Ballerini ha chiesto proprio di sentire la versione dei due esponenti di Governo e riferire in aula su colloqui avuti con il presidente egiziano Al Sisi tra novembre e gennaio scorsi. Come emerso finora, fuori dalle aule del Tribunale, il leader egiziano aveva promesso di eliminare ogni ostacolo burocratico e di favorire la cooperazione internazionale per fare luce sull’omicidio irrisolto del 28enne di Fiumicello, rapito, torturato e ucciso. Una sequenza su cui non ci sono dubbi. Tuttavia il processo è bloccato perché non si riesce a portare in aula gli indagati; il processo per l’omicidio di Giulio Regeni potrà sbloccarsi solo grazie all’intervento delle autorità egiziane. La prossima udienza potrà servire a comprendere fin dove l’Egitto ha garantito collaborazione al Governo italiano. “Vogliamo credere di essere cittadini in uno Stato di diritto che li tuteli e non venga meno alle proprie responsabilità“, ha detto il legale dei Regeni a margine della manifestazione che si è tenuta in piazzale Clodio proprio a supporto della richiesta di un processo per l’omicidio, nel quale possa finalmente emergere quanto accaduto ormai sette anni fa.
(Nella foto il sit in a piazzale Clodio)


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