Il giornalista bielorusso Andrzej Poczobut è stato condannato a 8 anni di carcere duro. Lo riportano l’associazione dei giornalisti bielorussi BAJ e i media indipendenti bielorussi.
Ieri, 8 febbraio, il giudice del tribunale regionale di Hrodna Dzmitry Bubenchyk ha condannato il giornalista e attivista della minoranza polacca in Bielorussia Andrzej Poczobut a otto anni di reclusione in carcere di massima sicurezza.
Andrzej Poczobut è stato arrestato il 25 marzo 2021 a Hrodna insieme ad altri attivisti dell’Unione dei polacchi. Nell’ottobre 2022 il KGB ha inserito Poczobut nella lista dei terroristi stilata dal regime dittatoriale di Lukashenko. I difensori dei diritti umani bielorussi, le autorità polacche e la comunità internazionale ritengono che il caso Poczobut è politicamente motivato, si tratta di un ennesimo atto di repressione contro la società civile bielorussa.
Dal 14 aprile al 17 maggio 2021 Andrzej Poczobut è stato rinchiuso nel reparto dei condannati a morte nel carcere n.1 a Minsk, per essere poi trasferito nelle altre strutture penitenziarie.
Subito dopo la sua detenzione, le autorità hanno iniziato a fare pressioni affinché scrivesse una petizione di grazia a Lukashenka, dicendo che la maggior parte dei “separatisti del caso polacco” (l’inchiesta contro gli attivisti della minoranza polacca, ndr) lo aveva già fatto e si trovava ora in Polonia o agli arresti domiciliari. Poczobut ha rifiutato la proposta.
Il processo è iniziato il 16 gennaio scorso e si è svolto a porte chiuse. I capi d’imputazione a carico del giornalista sono incitamento all’odio razziale e alle azioni volte a danneggiare la sicurezza nazionale della Bielorussia.
Il giudice Dzmitry Bubenchyk è noto per le sue condanne politicamente motivate. Ha condannato al carcere di massima sicurezza i cittadini bielorussi che si sono esposti contro la guerra in Ucraina, contro il regime di Lukashenka e contro le violenze delle forze dell’ordine durante e dopo le proteste pacifiche del 2020. Le condanne pronunciate dal giudice Bubenchyk vanno da 4 a 9 anni di reclusione e sono basate su commenti e post sui social.
Il capo di imputazione “incitamento all’odio razziale” deriva dall’articolo che Poczobut scrisse sull’attacco sovietico alla Polonia nel settembre 1939. Nel testo, il giornalista definì l’invasione sovietica della Polonia nel 1939 “aggressione”. Inoltre Poczobut è stato accusato di aver rilasciato delle dichiarazioni in difesa della minoranza polacca in Bielorussia, di aver pubblicato degli articoli sul quotidiano polacco Gazeta Wyborcza sulle proteste bielorusse del 2020 e un testo su Magazyn Polski dedicato ad Anatol Radzivonik, uno dei comandanti della Resistenza antisovietica polacca a Hrodna.
Durante i quasi due anni di detenzione del giornalista, la sua famiglia non ha potuto fargli neanche una visita, le sue lettere sono state censurate e la corrispondenza con il figlio dodicenne è stata bloccata, mentre i suoi avvocati rimangono in silenzio per paura di essere radiati dall’albo (prassi diventata normale nella Bielorussia di Lukashenko dopo 2020: gli avvocati che difendono i cittadini nei processi politicamente motivati vengono radiati dall’albo per ritorsione).
In una delle sue lettere, il giornalista scrive:
“Molte cose sono cambiate, ma nonostante questo sono di buon umore, prendo ispirazione nel destino dei prigionieri politici dei tempi di Stalin. Ho avuto l’onore di conoscerne molti di persona. Ora ricordo le loro storie e loro, molti già dall’aldilà, mi danno fiducia, sicurezza e ottimismo”.
Ieri a Bialystok, in Polonia, si è svolta un’azione di solidarietà con Andrzej Poczobut, organizzata da attivisti locali, conoscenti, colleghi e amici del giornalista.