Benigni a Sanremo: un inno solenne alla Costituzione e all’Articolo 21

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Un inno alla Costituzione nel 75’ anniversario della sua entrata in vigore. Un inno a nome di tutti gli Italiani, davanti al massimo rappresentante di un popolo che nella Costituzione si riconosce completamente: il Presidente Sergio Mattarella,
L’inno, emozionante, a volte commosso, è stato elevato con voce solenne da Roberto Benigni nella serata inaugurale del Festival di Sanremo. Una dichiarazione d’amore e totale fedeltà ai padri e alle madri che la scrissero e che vollero impegnare tutti noi ad un solo compito: applicarla, renderla viva, amarla.
E per sottolinearne il valore politico, per cancellare completamente il ventennio fascista, con le sue violenze e la totale negazione delle libertà, c’è un articolo, in particolare, della Costituzione – ha detto con solennità Benigni rivolgendosi direttamente al Presidente Mattarella – che non deve mai essere dimenticato o trascurato: l’Articolo 21. Perché? Perché, ha spiegato, quei padri e quelle madri costituenti ebbero il coraggio di cancellare la dittatura con parole semplici e di comprensione immediata: la piena libertà di manifestare il proprio pensiero. Parole che valsero innanzi tutto a cancellare le paure che il fascismo aveva saputo seminare, minacciando la vita familiare, anche quando si parlava nell’intimità della famiglia o mangiando una pizza.
Un Benigni dei tempi de ‘La vita è bella’ ha ricevuto alla fine del suo monologo che andrebbe costantemente replicato, fatto ascoltare nelle scuole come nelle aule parlamentari, per essere accolto senza se e senza ma da tutti.
Un articolo, il 21 che non esiste in altri Paesi, anche confinanti o vicino al nostro, nei quali si finisce in galera se davvero si manifesta liberamente il proprio pensiero. Articolo fondamentale di una Costituzione che ha in sé, con l’articolo 11, uno strumento che, se adottato da tutti i paesi del mondo, darebbe una concreta possibilità di costruire la pace nel mondo: ‘L’Italia ripudia la guerra’.
Una lezione politica e d’amore per quello che potremo essere se solo faremo diventare la Carta Costituzionale la nostra unica, fondamentale bandiera politica. L’ovazione che ha accolto la conclusione dell’intervento di Benigni, come gli applausi convinti di Mattarella speriamo servano a smantellare e far fallire tutte le intenzioni di subdoli attacchi alla Costituzione.


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