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Anche Articolo21 nel mirino della censura putiniana con le volontarie che hanno promosso il calendario solidale “Profughe ucraine a Napoli”

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Anche Articolo21 nel mirino della censura putiniana. Dalle pagine in esclusiva del “Corriere del Mezzogiorno” a quelle, venerdì scorso, del canale ufficiale telegram di “60 Minuti”: la maggiore trasmissione televisiva di propaganda in Russia. Ha fatto il giro del mondo la notizia del calendario solidale “Profughe ucraine a Napoli”, realizzato dell’organizzazione di volontariato “My Volia” e finalizzato ad una raccolta benefica in aiuto del popolo ucraino per l’acquisto di generatori elettrici, attraverso la “Unity of People Charitable Foundation”, con il patrocinio e il supporto comunicativo di Articolo21 e il sostegno dell’assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese.

L’iniziativa,  fu presentata a gennaio scorso al Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, da Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione della Stampa, Claudio Silvestri, segretario del SUGC, lo scrittore e giornalista, padre Enzo Fortunato, la portavoce di Articolo21 Campania,  Désirée Klain e  la presidente, anche della consulta immigrati del Comune di Napoli, Fatou Diako. Nel corso dell’incontro  era stata anche annunciata dalle organizzatrici  Zhanna Zhukova e Olha Korenkova, con il supporto del Console Generale dell’Ucraina a Napoli, Maxim Kovalenko , la continuazione del progetto, che è proseguita con un’esposizione di quadri e fotografie in un luogo simbolico come la Galleria Borbonica (lì dove anche il popolo napoletano si rifugiava dai borbandamenti e al buio), accompagnata da una significativa performance teatrale, sempre per la ricerca dei fondi necessari, dal titolo: “La speranza della luce contro il buio della guerra” .

“Il nostro calendario è un ringraziamento a Napoli – avevano detto i volontari di My Volia – in un momento così difficile per l’Ucraina questa città ha accettato i rifugiati, ci ha protetti e ci ha persino fatto innamorare di sé’. Nonostante quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo  vediamo la bellezza intorno e la irradiamo anche”. Alla sessione fotografica, con gli scatti di Yuri Chartynsky, hanno partecipato ragazze provenienti da diverse parti del paese: Kyiv, Dnipro, Donetsk, Lvov, Chernivtsi, Krivoy Rog, Odessa, Drohobych, Cherkasy e anche volontari che aiutano l’integrazione nel territorio campano.

Così dopo l’esclusiva del “Corriere del Mezzogiorno” e i  tanti approfondimenti televisivi, come il programma Mezzogiorno Italia, produzione del TGR Campania, con il servizio di Francesca Ghidini, proprio dalla Galleria Borbonica, la notizia del calendario de’ le “Profughe ucraine a Napoli” è diventata talmente virale da interessare Olga  Skabeyeva. La nota presentatrice televisiva e propagandista russa, che ha ricevuto il soprannome di “Iron Doll of Putin TV”, per le sue continue critiche all’opposizione russa. Così, la “Bambola di ferro” ha pubblicato, venerdì, il video di promozione del progetto, nel quale è rappresentato il calendario (con tanto di logo di Articolo21), sia sul suo profilo Telegram, che su quello del suo programma televisivo, che titola “60 Minuti”; con il commento: “Le rifugiate a Napoli raccolgono i soldi per generatori elettrici, che saranno destinati all’’Indipendente’ Ucraina. Sono rappresentate sul calendario le ragazze ucraine (insomma, guadagnano con il corpo, nel modo in cui lo fanno, ormai per abitudine in tutta Europa…). Un modo per promuovere la narrativa imposta dai russi, secondo la quale tutte le donne ucraine in Europa sarebbero prostitute. E  il suo messaggio arriva a  milioni di persone, venendo subito commentato da parole di odio!

“Articolo21 – afferma Giuseppe Giulietti – come sempre continuerà a contrastare ogni bavaglio! La tv pubblica russa, invece di criticare ed attaccare le nostre attività solidali, cominci a dare voce ai loro tanti collegi imbavagliati, perché sgraditi allo zar stalinista Putin. Noi siamo un’associazione di donne e uomini liberi, che non si fanno intimorire da nessuno e che si possono permettere di stare dalla parte dell’Ucraina, ma anche di continuare a chiedere al Governo ucraino di rispondere finalmente alla domanda di verità e giustizia per Andy Rocchelli e Andrei Mironov, uccisi il 24 maggio del 2014,  proprio nelle vicinanze della città di Sloviansk, in Ucraina, mentre documentavano le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Dombass”.

“Credo che la Skabeyeva –  ha fermato dalle pagine del “Corriere del Mezzogiorno” la volontaria a Napoli, Olha Korenkova – e tutte persone che la circondano siano ignoranti e cattive. È soprattutto perdenti! Perché aggrapparsi al calendario per fare propaganda su uno dei canali principali e più seguiti russi, dimostra che veramente non sanno più che cosa dire e come giustificare le loro azioni… A noi tutto questo ha fatto solo sorridere e, paradossalmente, ci ha dato la forza per proseguire il nostro volontariato, aiutando dall’Italia, da Napoli, quell’Ucraina che ha bisogno di noi. Lo faremo sicuramente proseguendo la strada con i  napoletani che ci hanno sostenuto fino ad ora. A Skabeyeva, direi : ‘Tieniti pronta!”. Gli fa eco la sua amica  Zhanna Zhukova. “Non avevamo nemmeno bisogno dell’approvazione di Skabeyeva – puntualizza –  per capire la necessità e la correttezza del nostro progetto. Quindi, ci stiamo muovendo nella giusta direzione. I propagandisti sono ancora più colpevoli di quello che sta accadendo in Ucraina, rispetto ai militari, che lanciano missili contro le nostre città. Loro stanno alimentando l’odio, hanno permesso che questa guerra accadesse. Perché la parola è anche un’arma e i propagandisti russi continuano abilmente ad usarla”.


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