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Se il PD vuol tornare a rappresentare la sinistra, deve ripartire da ascolto e partecipazione

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La partecipazione è sempre una brutta bestia per i partiti. Ci deve essere, altrimenti sembra male, ma si fa di tutto affinché la base non disturbi i vertici. Il PD non fa eccezione: tante discussioni, appelli, proposte, ma poi tutto finisce nel termovalorizzatore dell’indifferenza. Poi capita l’imprevisto: la Schlein propone di allargare le primarie con il voto on line. Apriti cielo, il misoneismo esplode: chi ne fa una questione di principio; chi di somiglianza ai grillini, come se fosse un male imitare idee intelligenti; chi di pericolo di brogli. Il fatto è che le consultazioni on line sono una cessione di sovranità dei capi. E chi sta nello stanzone non ha voglia di indebolirsi.

Male. Credo invece che la consultazione on line dovrebbe non solo attuarsi nelle primarie, ma anche entrare nello statuto come consuetudine innovativa su temi di indirizzo. Insomma se il PD vuol tornare a rappresentare la sinistra, deve ripartire da ascolto e partecipazione. E magari disintossicarsi al più presto da ex-renziani e da pseudo compagni come Gori, De Luca e Giani.

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