Le “querele temerarie” sono sempre piu’ strumento intimidatorio contro la libera informazione: la minaccia non consiste solo nel voler spaventare i giornalisti o gli autori di inchieste con la paura di cause e danni, ma anche nel tentare cause lontane dal luogo dove si presume si sia consumato il danno, e magari anche consapevoli che non ci siano gli estremi legali. L’obiettivo infatti è costringere i querelati a spendere cifre sempre maggiori per essere assistiti in Italia e persino fuori dai confini nazionali. E’ il caso degli autori dell’ opera letteraria l’Affare Modigliani, Dania Mondini e Claudio Loiodice, che hanno fatto un’ accurata inchiesta di provato interesse pubblico ed internazionale (tanto che sono stati auditi dalla Commissione Bicamerale Antimafia(103) Roma – Antimafia, audizione giornalisti Mondini e Loiodice (16.02.22) – YouTube ) scoperchiando il malaffare intorno al mercato dell’arte ed al riciclaggio, che spesso si nasconde dietro le vendite di quadri veri o falsi . Proprio in questi giorni, a distanza di oltre tre anni dall’uscita del libro (ottobre 2019) i due autori, hanno ricevuto ancora l’ennesimo attacco, che li costringe a difendersi, mettendo in campo risorse economiche e personali. La denuncia arriva da un cittadino italiano, contro altri due cittadini italiani, per un eventuale diffamazione avvenuta in Italia. Ma si decide di querelarli in Svizzera. Possibile?
L’Ufficio del Pubblico Ministero di Lugano ha ricevuto due anni e mezzo fa una denuncia contro i due autori, accusati di diffamazione, calunnia e denuncia mendace. Il tutto nasce da un lancio di agenzia ANSA del 3 luglio 2020 (https://www.ansa.it/sito/
Si tratta degli Archivi Legali di Amedeo Modigliani che sono stati scovati da Dania Mondini e Claudio Loiodice prima a NY poi a Ginevra e che secondo la senatrice Margherita Corrado (https://www.senato.it/japp/
Mon vogliamo entrare nel merito della vicenda, che è stata affrontata come sempre di petto da Dania Mondini e Claudio Loiodice, ma ci domandiamo quanto ancora debba subire chi svolge la professione di giornalista e di scrittore, anche quando racconta con dovizia di particolari documentati e di indagini eccellenti sul campo, fatti che riguardano l’interesse pubblico. La CEDU ha più volte ribadito che i diritti doveri di cronaca e di critica, sono elementi essenziali di ogni democrazia, che prevaricano l’interesse del singolo. Semmai vi fossero stati degli abusi all’esercizio costituzionale di cui all’art.21, doveva e deve essere il nostro Stato ad occuparsene, non una Magistratura estera incompetente geograficamente. Le accuse rivolte a Mondini e Loiodice sono immotivate e offensive verso tutti i professionisti dell’informazione. Beppe Giulietti (presidente Fnsi) e Articolo21 sono e saranno al fianco di chi esercita, con continenza e verosimiglianza il suo diritto di cronaca e di critica, come in questo caso ben noto e sul quale più volte ci siamo espressi.