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Querele intimidatorie prevaricano i confini nazionali

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Beppe Giulietti (presidente Fnsi) e Articolo21 al fianco di Dania Mondini e Claudio Loiodice 

Le “querele temerarie” sono sempre piu’ strumento intimidatorio contro la libera informazione: la minaccia non consiste solo nel voler spaventare i giornalisti o gli autori di inchieste con la paura di cause e danni, ma anche nel tentare cause lontane dal luogo dove si presume si sia consumato il danno, e magari anche consapevoli che non ci siano gli estremi legali.  L’obiettivo infatti è costringere  i querelati a spendere cifre sempre maggiori per essere assistiti in Italia e persino fuori dai confini nazionali. E’ il caso degli autori  dell’ opera letteraria l’Affare Modigliani, Dania Mondini e Claudio Loiodice, che hanno fatto  un’ accurata inchiesta di provato interesse pubblico ed internazionale (tanto che sono stati auditi dalla Commissione Bicamerale Antimafia(103) Roma – Antimafia, audizione giornalisti Mondini e Loiodice (16.02.22) – YouTube  )  scoperchiando il malaffare intorno al mercato dell’arte ed al riciclaggio, che spesso si nasconde dietro le vendite di quadri veri o falsi . Proprio in questi giorni, a distanza di oltre  tre anni dall’uscita del libro (ottobre 2019) i due autori, hanno ricevuto ancora l’ennesimo attacco, che li costringe a difendersi, mettendo in campo risorse economiche e personali. La denuncia arriva da un cittadino italiano, contro altri due cittadini italiani, per un eventuale diffamazione avvenuta in Italia. Ma si decide  di querelarli in Svizzera.  Possibile?

L’Ufficio del Pubblico Ministero di Lugano ha ricevuto due anni e mezzo fa una denuncia contro i due autori, accusati di diffamazione, calunnia e denuncia mendace. Il tutto nasce da un lancio di agenzia ANSA del 3 luglio 2020 (https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2020/07/02/arte-archivi-modigliani-sotto-sequestro-in-svizzera_d90f7c0e-d4b8-400e-a373-260927f57032.html), che riportava un comunicato della casa editrice Chiarelettere (aggiungere il tag). Il lancio di agenzia lo stesso giorno viene ripreso dal Corriere del Ticino. Colui che si sente diffamato e altro, cittadino italiano, residente in Italia, che nulla ha a che fare con la Svizzera, invece di presentarla  in Italia, la presenta in Svizzera, a Lugano. Sa bene che così mette in difficoltà i due autori. Ma il Ministero Pubblico del Ticino si rende subito conto che si tratta di una esagerazione e rinuncia per ben due volte ad esercitare l’azione penale. Questo non basta all’italiano querelante, che sa bene quanto valore abbia  quello che nel libro era stato scritto, e sul quale in Italia non ha avuto il coraggio di reagire e, sentendosi forte oltre le Alpi, ricorre alla Corte dei reclami penali del Ticino contro la decisione dell’accusa di archiviare la sua denuncia.

Si tratta degli Archivi Legali di Amedeo Modigliani che sono stati scovati da Dania Mondini e Claudio Loiodice prima a NY poi a Ginevra e  che secondo la senatrice Margherita Corrado (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1154767) sono almeno dal 2008 patrimonio dello Stato italiano, pertanto se si trovano all’estero vorrà dire che ne sono usciti illegalmente.

Mon vogliamo entrare nel merito della vicenda, che è stata affrontata come sempre di petto da Dania Mondini e Claudio Loiodice, ma ci domandiamo quanto ancora debba subire chi svolge la professione di giornalista e di scrittore, anche quando racconta con dovizia di particolari documentati e di indagini eccellenti sul campo, fatti che riguardano l’interesse pubblico. La CEDU ha più volte ribadito che i diritti doveri di cronaca e di critica, sono elementi essenziali di ogni democrazia, che prevaricano l’interesse del singolo. Semmai vi fossero stati degli abusi all’esercizio costituzionale di cui all’art.21, doveva e deve essere il nostro Stato ad occuparsene, non una Magistratura estera incompetente geograficamente. Le accuse rivolte a Mondini e Loiodice sono immotivate e offensive verso tutti i professionisti dell’informazione. Beppe Giulietti (presidente Fnsi) e Articolo21 sono e saranno al fianco di chi esercita, con continenza e verosimiglianza il suo diritto di cronaca e di critica, come in questo caso ben noto e sul quale più volte ci siamo espressi.


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