ll Parlamento Europeo continua a difendere i giornalisti perseguitati in Marocco. “Considerando che la libertà di stampa in Marocco è in continuo deterioramento – si legge nell’importante Risoluzione del 19 gennaio 2023 – scendendo al 135° posto nell’indice mondiale della libertà di stampa del 2022; considerando che numerosi giornalisti, ad esempio Ignacio Cembrero, sono stati sotto sorveglianza digitale, sono stati intimiditi e molestati giudiziari e condannati a lunghe pene detentive, ad esempio Maatì Monjib; considerando che nel 2020 Reporter senza frontiere ha espresso preoccupazioni al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze in merito all’uso improprio delle accuse di violenza sessuale per screditare i giornalisti, una pratica preoccupante condannata anche dall’organizzazione femminista Khmissa e dall’Associazione marocchina per i diritti umani”. La Risoluzione “esorta le autorità marocchine a rispettare la libertà di espressione e la libertà dei media, a garantire ai giornalisti incarcerati, in particolare Omar Radi, Soulaimane Raissouni e Taoufik Bouachrine, un processo equo con tutte le garanzie del giusto processo, a garantirne l’immediato rilascio provvisorio e a cessare le persecuzioni nei confronti di tutti giornalisti, i loro avvocati e famiglie; esorta le autorità ad adempiere ai loro obblighi internazionali in materia di diritti umani in linea con l’accordo di associazione UE-Marocco”. Condannando, nello stesso tempo “fermamente l’uso improprio delle accuse di violenza sessuale per dissuadere i giornalisti dall’esercizio delle loro funzioni; ritiene che tale abuso metta in pericolo i diritti delle donne”.
In particolare sul caso di Omar Radi, il giornalista investigativo indipendente, che si è occupato delle proteste di Hirak e degli scandali di corruzione dello Stato, che è detenuto dal luglio 2020 e condannato a sei anni di carcere con false accuse di spionaggio, nonché con l’accusa di stupro nel luglio 2021. Nella risoluzione, considerando che la sua condanna è stata confermata in appello nel marzo 2022, si osserva “che sono state violate numerose garanzie sul giusto processo, rendendo il processo intrinsecamente iniquo e parziale; che tali violazioni comprendevano la detenzione preventiva prolungata di un anno senza giustificazione e l’impedimento dell’accesso al suo fascicolo e due testimoni chiave della difesa, ai quali è stato impedito di comparire in tribunale, Radi ha presentato ricorso alla Corte di cassazione; che gli è stato conferito il premio per la libertà di stampa di Reporters sans frontières 2022”.
Nello stesso documento si difende anche il giornalista Taoufik Bouachrine, che è detenuto dal febbraio 2018 ed è stato condannato in appello nel settembre 2021 a 15 anni di carcere per reati sessuali e di Soulaimane Raissouni, che nel febbraio 2022 è stato condannato a cinque anni di reclusione per reati sessuali nell’ambito di un processo iniquo e si sono verificate gravi violazioni delle garanzie del giusto processo.
Il Parlamento Europeo è anche “profondamente preoccupato per le accuse secondo cui le autorità marocchine avrebbero corrotto membri del Parlamento europeo e chiede l’applicazione delle stesse misure applicate ai rappresentanti del Qatar; ribadisce il suo impegno a indagare a fondo e ad affrontare i casi di corruzione che coinvolgono paesi terzi che cercano di acquisire influenza nel Parlamento europeo;
Sottolinea che già la “sua risoluzione del 15 dicembre 2022 chiedeva l’istituzione di una commissione speciale incaricata di individuare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità e corruzione e di presentare proposte di riforma”
Esorta le autorità marocchine a porre fine alla sorveglianza dei giornalisti, anche tramite lo spyware Pegasus di NSO, e ad adottare e attuare la legislazione per proteggerli; esorta gli Stati membri a cessare di esportare la tecnologia di sorveglianza in Marocco, in linea con il regolamento sui prodotti a duplice uso; chiede il rilascio immediato e incondizionato del finalista del Premio Sakharov 2018 Nasser Zefzafi; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici; condanna le violazioni dei diritti dei manifestanti pacifici e degli attivisti della diaspora; deplora i processi e le condanne viziati di 43 manifestanti di Hirak, nonché le loro torture in carcere;
Invita, poi, l’UE ei suoi Stati membri a continuare a sollevare presso le autorità marocchine i casi di giornalisti detenuti e prigionieri di coscienza e ad assistere ai loro processi; invita l’Unione Europea a utilizzare la sua influenza per migliorare concretamente la situazione dei diritti umani in Marocco. Incaricando il suo Presidente di trasmettere “la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento degli Marocco”.
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