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Libertà di informazione. La vicenda di Simone Olivelli

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Nel nostro Paese succede spesso che un giornalista collabori con più mezzi di informazione, accompagnando ad un contratto di non esclusiva con una testata collaborazioni con altre, spesso più di una. Succede per molti motivi. Ne possiamo provare ad enumerare alcuni, sempre i soliti: al primo posto metterei necessità di arrivare a fine mese con uno stipendio che permetta di condurre una vita vicina alle proprie aspettative; e ancora, il desiderio di portare la propria voce su più organi di informazione. Sopra ogni cosa c’è poi quella libertà di un giornalista di decidere dove pubblicare le storie che si trova in punta di penna.

Un fatto interessante è successo in Sicilia, a Simone Olivelli, giornalista dipendente part-time e senza vincolo di esclusiva della testata online Meridionews, quando lo scorso 10 novembre, scrive per Ilfattoquotidiano.it l’articolo “Sicilia, l’amico imprenditore e le accuse del funzionario: quell’indagine per corruzione archiviata su Galvagno, neo presidente dell’Ars.

Olivelli collabora già da un paio di anni con questa testata, pubblicando nel corso del tempo oltre 50 articoli. Scrive anche per IrpiMedia e qualche volta per il quotidiano Domani.

Fino a quel momento nessun altro suo pezzo scritto “fuori” da Meridionews aveva sollevato richiami da parte dell’editore, mentre sei giorni dopo la pubblicazione di questo articolo riceve una PEC dalla Rmb s.rl., gruppo di  cui fa parte Meridionews, con la contestazione di infrazione del contratto e una sospensione cautelare, a cui fanno seguito quattro giorni di sanzione con sospensione dello stipendio.

Rmb contesta a Olivelli di aver dato la notizia al ilFattoQuotidiano.it senza averla prima proposta al Direttore Responsabile di Meridionews – che è anche l’editore della testata- e di averlo fatto non rispettando la linea editoriale della propria testata.

Olivelli quindi resta a casa 11 giorni, ai quali se ne aggiungono 4 senza stipendio.

La situazione è tesa.

La situazione è tesa e peggiora quando il 13 dicembre sul suo profilo personale Olivelli racconta in un post quanto gli sta succedendo.

Gli animi si riaccendono. L’editore vede il post e qualifica il contenuto come fuorviante, parziale e inesatto e chiede di rettificare e modificare il post. A fine anno invia una nuova raccomandata a Olivelli chiedendo conto del post e della sua condotta.

Forse qualcuno dei nostri lettori si starà chiedendo se la notizia sull’inchiesta al centro di tutta questa vicenda –  quella sul procedimento archiviato nei confronti del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana – sia poi stata ripresa da Meridionews. Articolo 21 ha cercato negli archivi di Meridionews ma non ne ha trovato traccia.

La nota di Assostampa Catania

In una nota dello scorso 13 dicembre Assostampa Catania dichiara di seguire la vicenda e di aver attivato l’iter per tutelare in ogni sede il collega che è stato “punito” con una sanzione che si configura come una grave limitazione all’esercizio del diritto di cronaca e alla propria attività giornalistica.  Limitazione che l’azienda dimostra di volere perseguire non solo all’interno del rapporto di lavoro con Olivelli ma anche presso altre testate nazionali, sostenendo che l’articolo “si discosta apertamente dalla propria linea editoriale”.

Galvagno all’Agi: Simone Olivelli ha riportato con completezza d’informazione la notizia

“Non conosco la vicenda di Olivelli nel dettaglio, non so se lui sia stato censurato né da chi, ma mi dispiace. So di questo articolo, in cui lui ha riportato con completezza d’informazione la mia vicenda, che si è conclusa con un’archiviazione. Non conosco la vicenda della censura, ma non c’è alcuna critica da parte mia a quell’articolo, che anzi fa chiarezza e non è capzioso o tendenzioso”. Lo ha detto all’AGI lo scorso 14 dicembre il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, riferendosi al caso del cronista di MeridioNews sospeso dall’editore dopo un articolo che riguarda lo stesso Galvagno. Simone Olivelli, prosegue il presidente dell’Ars, ha scritto “di quello che mi è accaduto e della mia archiviazione: se avesse scritto una bugia, lo avrei potuto criticare. Ben venga, che abbia fatto chiarezza sul fatto che nei miei confronti non c’è alcun procedimento. E’ un bene che ci sia una buona informazione”.

Solidarietà ad Olivelli anche da parte della Figec 

“La sanzione adottata dal gruppo Rmb, editore della testata Meridionews, nei confronti del giornalista catanese Simone Olivelli costituisce una intollerabile limitazione al diritto di cronaca e all’autonomia professionale”. Lo hanno detto i consiglieri nazionali siciliani della Figec (Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione), esprimendo solidarietà al cronista etneo, finito nel mirino dell’azienda di cui è dipendente (part time, senza obbligo di esclusiva) per aver pubblicato su un’altra testata – Il Fatto Quotidiano – l’articolo dal titolo “L’amico imprenditore e le accuse del funzionario: quell’indagine per corruzione archiviata su Galvagno, neo presidente dell’Ars”.
Quanto accaduto a Olivelli, cronista con la schiena dritta, serio e scrupoloso, “è una censura ex post che va a colpire la libertà di espressione del giornalista, la sua autonomia professionale, nonché il diritto dei cittadini ad essere informati su fatti, anche giudiziari benché conclusi da archiviazione, che riguardano rappresentanti istituzionali”. 
Secondo Figec, sindacato aderente alla Cisal, “è pretestuoso, oltre che ipocrita, sostenere che l’articolo di Olivelli si ‘discosta apertamente dalla linea editoriale del giornale’, proprio perché è stato pubblicato su una testata esterna al gruppo Rmb”.
“Vigileremo con attenzione sull’evoluzione di questa vicenda – conclude il sindacato – che seguiamo con estrema preoccupazione. Figec continuerà a difendere i cronisti e la libertà di stampa da ogni tentativo di condizionamento esterno o interno alle testate giornalistiche nella consapevolezza che nessuna sanzione può essere mai comminata (e meno che mai perché ‘non aderente alla linea editoriale’) a chiunque eserciti correttamente il diritto-dovere di cronaca”.


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