Accise sulla benzina sotto accusa. Anche oltre 2 euro al litro la benzina. Perfino punte di 2 euro e mezzo per il gasolio. Il rifornimento è un colpo al cuore per automobilisti e camionisti. È una picconata anche per la popolarità di Giorgia Meloni.
Dal primo di gennaio il governo di destra-centro ha abolito lo sconto fiscale sui carburanti. Così i prezzi nelle stazioni di servizio sono tornati a salire impetuosamente per il ripristino di una parte delle accise cancellate da Mario Draghi (e per l’aumento internazionale dei prezzi del petrolio).
Gli attacchi dei cinquestelle, del centro-sinistra e del terzo polo si sprecano. La presidente del Consiglio si difende. Replica: «Io non ho mai promesso in questa ultima campagna elettorale di tagliare le accise sulla benzina». Quando chiedeva l’eliminazione delle accise era il 2019 e non esisteva «la situazione emergenziale» di adesso. La coperta della finanza pubblica è corta. Il taglio delle accise sui carburanti, precisa, costa circa un miliardo di euro al mese, 10 miliardi l’anno. Di qui la scelta di destinare le risorse della legge di bilancio 2023 soprattutto ai “settori sociali più a rischio”: calmierare le bollette del caro energia, soddisfare le esigenze della sanità, fornire i crediti alle piccole e medie imprese.
C’è però una dimenticanza, prontamente ricordata dalle opposizioni: il programma elettorale di Fratelli d’Italia prometteva: «Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise». Giorgia Meloni per ora guarda al futuro: il taglio delle accise su benzina e gasolio resta un obiettivo strategico, il governo lo realizzerà il prima possibile ma è strettamente legato alla ripresa dell’economia italiana, alla crescita. Intanto, annuncia, partiranno i controlli e le sanzioni per evitare speculazioni sui prezzi dei carburanti.
L’assicurazione non basta alle opposizioni e perfino agli alleati di governo. Forza Italia, forse cercando di recuperare popolarità e consensi persi verso Fratelli d’Italia, chiede una misura per abbassare i prezzi dei benzinai. Il capogruppo forzista alla Camera Alessandro Cattaneo dice al ‘Corriere della Sera’: «Siamo pronti a riorientare i provvedimenti, un approccio dinamico in un mercato dinamico. Ma rivendico le risposte puntuali di fronte all’evolversi della situazione».
Turbolenze in vista per l’esecutivo. Già nei mesi scorsi i prezzi del greggio e del gas erano esplosi a causa della guerra della Russia contro l’Ucraina. 2 euro la benzina è una picconata. Il rincaro fa paura anche se si tratta di punte casuate pure all’embargo del petrolio russo deciso dall’Europa e dagli alleati occidentali contro l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. Fa ancora di più paura l’esplosione fino a 2,5 euro del pezzo del gasolio: i Tir marciano con il diesel e i contraccolpi sui prezzi al consumo potrebbero essere pesantissimi. Già l’inflazione in Italia è altissima: ben oltre il 10% l’anno. Giorgia Meloni rischia di scivolare sulla benzina.