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Il Papa a Kinshasa: “Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare”

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La lunga strada che dall’aeroporto di Kinshasa porta al Palais de la Nation, dove Papa Francesco ha incontrato il presidente della Repubblica Félix Thisekedi, le autorità’, la società civile e il corpo diplomatico, è un fiume di persone. In decine di migliaia sono scesi lungo il Boulevard Patrice Lumumba, una delle vie principali di Kinshasa, per salutare il corteo papale. In tanti seguono dai tetti delle case, assiepando le transenne, scavalcando e salendo sui muretti lungo la strada. In mano una bandierina con il logo della visita papale che sventolano mentre salutano gioiosi.
E Papa Francesco è a loro che ha rivolto il passaggio più intenso del suo primo discorso in Congo: “Siate artefici del vostro destino. L’Africa non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare, ma sorriso e speranza del pianeta” li ha esortati il Santo Padre aprendo la sua visita nel grande e tanto sfruttato paese africano.
Il Pontefice ha svolto il suo intervento nel giardino del Palais de la Nation dopo l’incontro con il presidente della Repubblica, Felix Tshisekedi.
“Giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa. Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare – ha sottolineato il Papa -. Sia protagonista del suo destino. Il mondo faccia memoria dei disastri compiuti lungo i secoli a danno delle popolazioni locali e non dimentichi questo Paese e questo Continente. L’Africa, sorriso e speranza del mondo, conti di più: se ne parli maggiormente, abbia più peso e rappresentanza tra le Nazioni”.
Francesco ha poi chiesto “una diplomazia dell’uomo per l’uomo, dei popoli per i popoli”, che non dia spazio alle “mire di espansione e all’aumento dei profitti, ma alle opportunità di crescita della gente”. “Guardando a questo popolo, si ha l’impressione che la Comunità internazionale si sia quasi rassegnata alla violenza che lo divora – ha aggiunto il Pontefice -. Non possiamo abituarci al sangue che in questo Paese scorre ormai da decenni, mietendo milioni di morti all’insaputa di tanti. Si conosca quanto qui accade. I processi di pace in corso, che incoraggio con tutte le forze, siano sostenuti coi fatti e gli impegni siano mantenuti”.
Il papa ha poi parlato di “genocidio silenzioso”, ma anche di futuro e di speranza spronando i giovani e rendendo omaggio alle donne, per poi concludere ricordando che l’unica soluzione possibile del conflitto è la pace, da consolidare al più presto per il bene del Paese.
E per ottenere questo Papa Francesco ha chiesto ai congolesi di assumersi le proprie responsabilità e lavorare per ritrovare la pace e tornare a giocare il suo ruolo nel continente africano.

(Nella foto Papa Francesco a Kinshasa – Ph Antonella Napoli)


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