“I nostri ieri”, film di Andrea Papini, racconta di Luca (Peppino Mazzotta), un documentarista che temporaneamente insegna in un istituto di pena. L’uomo si appassiona alle vicende umane dei carcerati e, per il saggio di fine corso, si spinge a mettere in scena il delitto assurdo di uno di loro, il camionista Beppe (Francesco Di Leva). Durante la lavorazione cinematografica i detenuti coinvolti ritrovano senso e chiarimento alle loro vite, mentre il regista ripercorrendo a ritroso gli avvenimenti, incontra i familiari, fuori dal carcere, dell’omicida protagonista: le interviste che il regista realizza con ciascuno diventano una sorta di confessione, di autocoscienza collettiva. La contemporanea e inaspettata visita della figlia del cineasta (Denise Tantucci), che torna a trovarlo dopo anni di lontananza dovuti alla precaria relazione dei genitori, lo costringerà a interrogarsi sui propri legami familiari. E nell’amore che il mondo intorno gli chiede pressantemente, l’uomo intuisce una possibile via d’uscita dalla personale crisi…
Andrea Papini chiarisce: “ Paradossalmente, la cinica messa in scena del delitto permette al gruppo di detenuti che collaborano alla realizzazione del saggio di trovare riscatto proprio nel lavoro di squadra compiuto. Così, dall’incontro casuale di tre esclusioni (materiale, affettiva, sociale) i protagonisti costruiscono le basi per un nuovo futuro”. Girato nell’ex carcere di Codigoro, in provincia di Ferrara, nel Parco del Delta del Po, presso Stazione Foce a Comacchio, tra la zona Darsena e il centro storico di Ravenna e, infine, a Bologna, “I nostri ieri” è basato sulle reali esperienze del regista. Il film è importante perché racconta le diffidenze incontrate da chi vuole veicolare la creatività in un carcere, con i detenuti e con le istituzioni, ma nello stesso tempo aiuta a capire che esistono penitenziari dove si organizzano cose lodevoli e belle: spettacoli teatrali, laboratori artistici.
“I nostri ieri” dimostra che nei penitenziari non vivono essere umani diversi da noi, che a volte sono casuali coincidenze quelle che possono deviare una vita, che la possibilità di realizzare condizioni creative per una nuova consapevolezza, è concreta. Il terzo comma dell’articolo 27 della nostra Costituzione stabilisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, “I nostri ieri” spiega come uno dei mezzi per ottenere una vera riabilitazione dei detenuti sia il cinema, il teatro, se vogliamo le espressioni artistiche in genere. Citando Erich Fromm, bisogna convenire che è certificata la considerazione “l’uomo che non può creare vuole distruggere” e che per contrastarla è necessario coltivare l’istinto creativo, soprattutto nei penitenziari, perché veicola catarsi nei reclusi e nuovi rapporti umani tra chi sta dentro e chi fuori, stabilendo una osmosi reciproca.
Il protagonista del film è Peppino Mazzotta, volto noto e amato dal grande pubblico cinematografico e televisivo. Insieme a lui, un cast importante che conta interpreti come Francesco Di Leva, Teresa Saponangelo, Maria Roveran, Daphne Scoccia e Denise Tantucci. I nostri ieri è un film prodotto da Antonio Tazartes, Andrea Papini, Marita D’Elia per Atomo Film, con il sostegno di: MiC-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Emilia-Romagna Film Commission, Regione Lazio-Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo. La data di uscita nelle sale italiane è prevista per il 9 febbraio 2023 (distribuzione: Atomo Film; curatela editoriale e organizzazione per l’uscita in sala: Cineclub Internazionale). Distribuzione internazionale: Illmatic Film Group.