Sul caso dell’insegnante colpita con spari a Rovigo, da una pistola ad aria compressa da parte degli alunni, autori di bullismo, interviene Biagio Chiariello, dirigente del PL Arzano, referente dell’incaricato del Governo in Terra dei Fuochi per 30 comuni della provincia di Napoli e, con un trascorso alla sezione minori, pedofilia e violenze sessuali della Squadra Mobile di Roma, Polizia di Stato. Chiariello, 49 anni, sotto scorta dal nove marzo del 2022, dopo che è stato vittima dell’ennesimo avvertimento camorristico, con finti manifesti funebri con la sua faccia e data di morte, anche per le sue operazioni antiabusivismo, concentrate soprattutto nella zona delle palazzine popolari controllata dal clan della “167”, collegato agli scissionisti, è sempre presente nelle scuole per illustrare ai giovani i casi di bullismo e cyberbullismo. Allontanandoli, in questo modo, dai pericoli.
“Il clamoroso annullamento della sospensione inflitta agli alunni su ricorso di uno dei genitori – dichiara Chiariello – è inaudito, inaccettabile ed incredibile sapere che i responsabili degli spari, minorenni, responsabili di aver colpito una docente dell’istituto Viola Marchesini di Rovigo, oltre a non chiedere scusa, non sono mai stati sospesi. Ancor più grave è sapere che i motivi sono riconducibili ad un’azione intrapresa da un genitore che ha impugnato il provvedimento ottenendo l’annullamento della misura. Si, proprio un genitore, quello che dovrebbe, e ripeto dovrebbe, dare un buon esempio al figlio sul comportamento da tenere verso gli “educatori”, come lo è l’insegnante. Così facendo quel genitore ha fornito ai ragazzi un esempio pessimo di permissivismo verso la violenza, tollerandola indirettamente!”.
Dottor Chiarello, questo provvedimento quali conseguenze avrà nell’educazione degli alunni?
Così i ragazzi sentono quella percezione di impunità che potrà arrecargli seri danni, facendogli credere che le norme non esistono, o che se esistono possono essere addirittura infrante. Nello stesso tempo i genitori diventano la concausa principale del male dei propri figli. Non ponendo limiti al comportamento aggressivo dei ragazzi, questi creano, senza ombra di dubbio, le precondizioni per lo sviluppo di condotte aggressive, alimentando la creazione di una generazione futura , connotata da arroganza e delinquenza.
I genitori, quindi, hanno una sorta di responsabilità in questo comportamenti “criminali”?
Sì, perché è grazie anche a loro che gli episodi di bullismo, prepotenza, abuso, spesso di violenza vera e propria hanno avuto una impennata, complici di una disattenzione che sminuisce il comportamento negativo dei figli parlando spesso di “bravate” non riconoscendo che si deve intervenire.
Possono essere ridotti i casi di violenza e bullismo?
Certamente, ma si deve puntare, però, anche ad una minore latitanza dei genitori nell’educazione e nella crescita dei propri figli.
La mancata o inadeguata educazione dei genitori ai figli, può essere fonte di una responsabilità civile di chi deve educare?
Dobbiamo ricordare che l’articolo 30 della Costituzione prevede l’obbligo di mantenimento, educazione ed istruzione dei figli da parte dei genitori, sancendo la responsabilità genitoriale. Il fatto di aver procreato, di essere genitori, fa quindi sorgere su essi una responsabilità non solo nei confronti dei figli stessi, ma anche nei confronti dei terzi. Nei confronti dei terzi, con la presunzione di colpa posta a carico dei genitori dall’art. 2048 cod. civ. per il “danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati …, che abitano con essi…”, e dalla quale sono liberati “soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto”. Secondo tale principio per superare tale presunzione è necessario, che i genitori offrano la prova legislativamente predeterminata di aver impartito al figlio una buona educazione e di aver esercitato su di lui una vigilanza adeguata. Laddove non venga fornita tale prova vi sarà responsabilità dei genitori per il fatto illecito dallo stesso commesso.