“Eyes Wine Shot”, è questo il curioso e accattivante titolo, intraducibile (“occhi ai ‘cicchetti’ di vino”?) – che gioca sull’assonanza al titolo del film di Stanley Kubrick del 1999, “Eyes Wide Shut”, quest’ultimo un ossimoro il cui significato potrebbe essere: “Occhi spalancati chiusi”, a sua volta ispirato al romanzo “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler – dello spettacolo che Giuseppe Gandini – che ne ha curato anche la regia – e Gianantonio Martinoni, due professionisti ferraresi delle scene di grande esperienza, dal teatro al cinema alla tv, ripropongono, al pubblico capitolino, al Coffe Plant Bistrot del Teatro Vascello, per 4 sabato, a partire dal 28 gennaio: 4, 11 e 25 febbraio.
A differenza del più noto film di Kubrick che vede al centro della scena la vita di una coppia di successo, all’apparenza perfetta, che si abbandona ad eccessi libidinosi e fantasie erotiche di ogni tipo, qui al centro della scena c’è il vino, sinonimo di vita, sede simbolica dell’anima, ma anche – la vite – simbolo di immortalità, come presso i Sumeri. Un protagonista indiscusso nella storia delle civiltà del Mediterraneo e non soltanto.
Il progetto, nato oltre 10 anni fa, dopo quasi un centinaio di repliche, continua a divertire il pubblico grazie alla complicità ed alla bravura dei due protagonisti – legati da una inossidabile intesa scenica e da una consolidata amicizia che affonda le radici nell’adolescenza – che hanno scelto il vino come spunto per trattare, con leggerezza, il quotidiano.
Uno spettacolo in atto unico della durata di 50 minuti, in cui si manifesta la bravura dei comprimari – sin dall’adolescenza ottimi bevitori, non particolarmente esperti – capaci di repentini cambi di registro, alternando momenti ‘alti’ – pregni di citazioni poetiche e non soltanto – a scene di puro e sano divertimento. Si passa cosi dalla “Canzone al Vino” di William Butler Yeats alla “Ode al vino” di Pablo Neruda ad istanti di pura ironia legati alle descrizioni delle etichette contenute nelle guide enologiche, alle divagazioni circa l’importanza del vino nel corso dei secoli, alla chimica, e al linguaggio, al …. “respiro” del vino. Insomma, uno spettacolo intelligente, mai volgare, a metà strada tra teatro e cabaret. Uno show piccolo e divertente che si accompagna perfettamente ad una degustazione. In breve, irrinunciabile.