BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Ammazzi la la moglie ma poi entri in stato confusionale? Hai le attenuanti generiche

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Nel giorno del via libera alla bicamerale sul femminicidio, una sentenza della prima Corte d’Assise di  Milano ha concesso le attenuanti generiche al manager di 42 anni – Rodriguez Diaz Jaime Moises che il 19 giugno 2021 in Arese, provincia di Milano, – ha ucciso la moglie Silvia Susana Villegas Guzman di 48 anni soffocandola e ha poi tentato di ammazzare uno dei tre figli, allora 18enne: il padre non accettava la transessualità del ragazzo.

L’imputato è stato condannato a ventisette anni di reclusione.

La richiesta del pm Giovanni Tarzia  era ergastolo e 6 mesi di isolamento diurno per omicidio volontario aggravato e tentato omicidio.

Certo 27 anni di carcere non sono pochi e non ne farà sicuramente meno di 20 ma il punto è che questo uomo, leggendo le carte del processo, non ha ammesso nulla; ha aggredito per anni sia la figlia piccola che il primogenito di cui non accettava la sua transessualità. E, come emerge, nel 2010 è stato denunciato dalla moglie per due tentativi di omicidio.

Quindi, tra chi si straccia le vesti ogni volta che viene ammazzata una donna e chi in qualche modo deve decide, il cortocircuito è sempre a sfavore della vittima.

La domanda è: “Perché?”.

Torniamo alle carte del caso di Milano: all’assassino che  ha  appena ammazzato la moglie e tentato di fare altrettanto con uno dei suoi figli, sono state concesse le attenuanti generiche con una motivazione che pare più adeguata a contestare la premeditazione.

Due passaggi in particolare della sentenza colpiscono. Testualmente:  “Dopo aver ucciso la moglie, aver aggredito A., stringendogli la cintura al collo, Rodriguez entra in uno stato confusionale, che attesta come avesse sì immaginato di uccidere la moglie e A. (il figlio ndr) ma poi, di fronte al misfatto, non ha verosimilmente la reazione che si attendeva da se stesso; resta confuso, colpito con la cintura dal figlio A., ubbidisce “all’ordine” di S. (la figlia)di chiudersi in bagno. Si auto-lesiona, probabilmente senza volontà suiciderai, ma perché fuori controllo”. Poi: “Il messaggio scritto il giorno precedente dalla moglie alla psicoterapeuta eloquente dello stato di frustrazione e sofferenza della donna, cui, verosimilmente, il marito pensa di porre fine con la pianificazione di quanto poi fatto la mattina del 19 giugno 2021”.


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