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Voltare pagina ad Anzio e Nettuno è possibile

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Il 17 febbraio del 2022 per Anzio e Nettuno resterà una data storica: sono le 3 di notte i carabinieri eseguono le ordinanze di custodia cautelare a carico di 65 persone: tutti gli uomini del clan Gallace e della locale di Santa Cristina d’Aspromonte di Anzio e Nettuno. Le manette scattano ai polsi del capo della locale di Anzio e Nettuno Giacomo Madaffari detto Giacomino. Il suo bar era il punto di riferimento per molti appartenenti alla “classe dirigente” politica e criminale di tutto il litorale. Anche il 22 novembre del 2022 sarà una data da segnare sul calendario ancora una volta per il litorale: lo scioglimento per accertato condizionamento dei consigli comunali di Anzio e Nettuno da parte del Governo presieduto da Giorgia Meloni. Per Nettuno si tratta della seconda volta, la “lezione” del 2005 è caduta nel vuoto. Scrive infatti il Ministro dell’Interno nella relazione che accompagna il decreto di scioglimento: ”la commissione d’indagine (insediatasi nel comune laziale) ha evidenziato, innanzitutto, una parziale continuità con la consiliatura sciolta nell’anno 2005 per rilevate infiltrazioni della criminalità organizzata, in quanto alcuni degli
attuali componenti del civico consesso (assessori e consiglieri) hanno fatto parte di quella precedente amministrazione. A questo proposito-continua la relazione- sono emersi importanti elementi di riscontro circa un vero e proprio supporto elettorale da parte delle locali consorterie criminali alla compagine elettorale del sindaco, ed anche in favore di alcuni consiglieri comunali”. Il passato insomma non ha insegnato nulla a molti cittadini nettunesi. Se Nettuno piange Anzio non ride. Il sindaco di Anzio l’ex senatore PDL ex An, ex D.C. Candido De Angelis si è sempre detto certo dell’inesistenza delle mafie ad Anzio. Si è distinto, negli anni , per i virulenti attacchi ad personam contro alcuni consiglieri comunali di opposizione e contro taluni giornalisti che scrivendo di mafie calunniavano Anzio. Il navigato politico che siede in consiglio comunale, quasi ininterrottamente, da quando aveva poco più di trent’anni, è stato, ampiamente, citato dal Ministro dell’Interno nella relazione che ha accompagnato il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale: ”…rapporti con ambienti criminali sono emersi in modo indiretto anche nei riguardi del sindaco di Anzio come risulta dalla disamina dei mezzi tecnici di prova acquisiti agli atti di indagine e risalenti al periodo in cui era in corso la campagna elettorale, dai quali è risultato evidente il sostegno al candidato sindaco, poi risultato eletto, da parte della locale criminalità organizzata che si è adoperata per raccogliere voti”. Anzio e Nettuno sono un particolare laboratorio criminale dove coesistono la ‘ndrangheta dei Gallace e le camorre napoletane e casertane, le feroci associazioni di narcos di Tor Bella Monaca tra le quali
spicca per potenza la famiglia Sparapano e le batterie degli Spada/Di Silvio che regolano la piazza di spaccio di corso Italia. Alcuni di questi clan hanno saputo, blandire, minacciare ed assediare ed infine “conquistare”, senza troppa difficoltà, i comuni di Anzio e Nettuno. Negli anni non sono mancati gli articoli dei maggiori quotidiani nazionali da Repubblica, al Corriere e negli anni passati del Fatto Quotidiano che raccontavano questa situazione. Le associazioni antimafia locali: il coordinamento antimafia Anzio/Nettuno e Reti di giustizia hanno fatto tantissime denunce pubbliche e non solo. Persino la commissione parlamentare antimafia nel 2016-2017 si occupò di Anzio eppure nulla è accaduto per molto tempo. Nelle città di Anzio e Nettuno c’è però anche un tessuto sociale sano, una rete che sta lavorando contro le mafie e che vede associazioni come la RETENOBAVAGLIO e gli Scout uniti una rete che non si arrende all’omertà e la complicità. Il litorale romano ha ora una grande occasione per iniziare il suo riscatto dalla ‘ndrangheta che assieme alle camorre e a cosa nostra catanese influenza in maniera nefasta tutta l’area tra Pomezia, Ardea, Aprilia, Anzio e Nettuno. L’occasione del riscatto passa dalla denuncia delle vittime dei soprusi dei clan, se non si rompe il “muro di omertà” nel litorale cambierà davvero poco. La popolazione di Anzio e Nettuno deve cogliere poi l’occasione
per rinnovare la sue classe politica e rompere definitivamente con il passato. La popolazione di queste realtà locali ha il futuro nelle sue mani è ora di “tagliare i ponti” con il passato, con i compromessi e con il voto di scambio.


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