“Per noi è importante creare una verità civica, il nostro impegno e sarà sempre quello di cercare la verità per Mario e per i tanti ragazzi italiani sparsi per il mondo, che sono la nostra meglio gioventù e di loro si parla troppo poco”. Anna Motta, la madre coraggiosa di Mario Paciolla, seduta accanto al marito Giuseppe al tavolo della sala De Pasquale, spiega meglio di chiunque altro cosa significa continuare ogni giorno a girare l’Italia per cercare verità e giustizia su quanto accaduto al cooperante Onu trovato morto in Colombia il 15 luglio del 2020. I rapporti ufficiali parlano di suicidio e sia la magistratura di Bogotà che quella italiana hanno chiesto l’archiviazione del procedimento penale ma nulla della versione ufficiale gira per il verso giusto. E i genitori di Mario Paciolla non intendono archiviare, lo hanno chiarito questa mattina nel corso dell’incontro organizzato da Articolo 21, Fnsi, grazie alla disponibilità del Comune di Latina e con la collaborazione delle associazioni Noi Latina Coraggiosa, Mad, Latina Città dei diritti e al Festiva Imbavagliati che, con la Presidente Désirée Klain, ha illustrato il valore della campagna #Noinonarchiviamo e il docufilm proiettato in sala “Come fuoco” di Valerio Bruner e Salvatore De Chiara.”Latina si sta confermano capitale dei diritti umani in relazione ai crimini contro la libertà di stampa in un percorso avviato con il parco Alpi-Hrovatin e proseguito con la panchine dedicata a Peppino Impastato. – ha detto il Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti in un videomessaggio – La memoria è importante e la ricerca di verità e giustizia la dobbiamo ai familiari dei giornalisti scomparsi in una maniera che non è stata ancora chiarita, mi riferisco a Rocchelli come a Regeni e oggi a Paciolla”. La responsabile di articolo 21 Campania, Désirée Klain, ha ribadito l’importanza di aderire alla camapagna #noinon archiviamo su Change.org per ottenere l’ausilio del Ministero degli Esteri a cercare ulteriori elementi utili a ricostruire gli ultimi cinque giorni di vita di Mario Paciolla e soprattutto ad ottenere dall’Onu tutta la collaborazione che si deve per la morte di un suo dipendente. Per Paola Briganti e Graziella Di Mambro, responsabile legalità di Articolo 21, la tappa di oggi “è un tassello molto importante nel percorso ‘Tracce di memoria’ avviato a giugno scorso con l’inaugurazione della panchina e del murale su Peppino Impastato, realizzati dagli artisti dell’Associazione Mad”. Dopo l’incontro nella sala De Pasquale è stata scoperta la panchina arancione che porta il nome di Mario Paciolla e che si trova in piazza Dante, ristrutturata dai volontari dell’Associazione Alpini di Latina, presenti alla cerimonia con una delegazione. Un simbolo delle battaglie per i diritti civili nella settimana in cui si celebra la Carta e un modo per creare uno spazio accessibile ai giovani, poiché su quell’angolo della città insistono diversi istituti scolastici.
Per firmare l’appello
https://www.change.org/p/ministero-degli-esteri-italiano-morte-di-un-operatore-italiano-dell-onu-in-colombia?redirect=false&fbclid=IwAR1f_k-DHVY7vtT3LeeGIn5VKYWzgdsjvo21IIB2u44nMXLHoU2pZNMA92Y