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Palermo, consegnato al segretario generale aggiunto Mattia Motta l’albero di Natale dei giornalisti precari

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L’iniziativa al termine del corso di formazione ‘Giornalismo precario. Democrazia a rischio’, cui il presidente della Clan Fnsi ha preso parte con, fra gli altri, Tiziana Tavella, presidente del Consiglio dell’Assostampa e Giuseppe Rizzuto, segretario del sindacato regionale.

Consegnato alla Fnsi a Palermo nella sede dell’Associazione Siciliana della Stampa l’albero di Natale dei giornalisti precari. Un albero fatto con materiale di recupero, addobbato con gli articoli di giornale di colleghi precari e costruito con materiali “poveri”, come «povero è il lavoro di chi oggi non ha un contratto giornalistico stabile», hanno spiegato gli ideatori Tiziana Tavella, presidente del Consiglio regionale dell’Assostampa e componente dell’Assemblea nazionale lavoro autonomo e Valerio Tripi, giornalista precario e consigliere regionale dell’Assostampa, durante la consegna avvenuta al termine del corso di formazione “Giornalismo precario. Democrazia a rischio. Storia di ordinaria resistenza e strumenti di contrasto al precariato” nelle mani del segretario generale aggiunto della Fnsi, Mattia Motta.

«Un settore – ha detto in apertura Giuseppe Rizzuto, segretario regionale Assostampa Sicilia – che subisce uno smottamento normativo, una crisi economica e un precariato dilagante, fattori che rischiano di trasformare la precarietà del lavoro giornalistico nella precarietà della democrazia. Per questo, la politica deve intervenire per arginare questa deriva. L’alternativa è la messa in discussione dell’assetto democratico». E dalla Sicilia parte una campagna per il lavoro dignitoso e inclusivo nel mondo dell’informazione: «Basta ai rider dell’informazione, ai braccianti dei giornali pagati 4 centesimi a riga», è stato detto.

«Questo albero, e le storie che rappresenta, lo consegnerò al Consiglio nazionale della Fnsi il 14 dicembre – ha anticipato Motta –. Organizzarsi nel sindacato è l’unica strada per uscire da una condizione di sfruttamento che va bene a troppi, a partire da editori miopi che tagliando incessantemente sul costo del lavoro stanno tagliando il ramo su cui poggiano. Un equo compenso che spazzi via il falso lavoro autonomo lo aspettiamo da 10 anni, dalla promulgazione della legge 233 del 2012, e non è più rinviabile. L’impegno del sindacato deve essere rivolto a dare piena rappresentanza a coloro che oggi producono la maggioranza dei contenuti giornalisti: cococo e freelance, spesso solo di facciata, lavoratori poveri e finti autonomi a cui occorrono tutele e welfare. Il contrario di quello che sta avvenendo, in queste ore, in Veneto, al Gazzettino, dove i colleghi precari hanno ricevuto, senza preavviso, la notifica di tagli unilaterali da parte dell’azienda: queste dinamiche non sono “normali”, né immutabili. Solo con l’unità della categoria si possono scardinare, ed è nostro dovere farlo».

In mattinata una delegazione della Fnsi e dell’Associazione Siciliana della Stampa è stata al Giardino della memoria, un parco dedicato alle vittime della lotta contro la mafia che sorge a Ciaculli su un terreno confiscato a un boss mafioso.

@fnsisocial


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