Niente idillio, sciopero contro la Meloni

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Sciopero. Anzi sciopero generale regionale contro la manovra economica del governo. Niente idillio perché la finanziaria 2023 è «socialmente iniqua» per la Cgil e la Uil. Giorgia Meloni, alfiere della destra sociale, sperava di trovare una intesa con i sindacati. La presidente del Consiglio ha cercato il dialogo in un incontro a Palazzo Chigi: ma ha convinto solo la Cisl e la Ugl, non la Cgil e la Uil.

Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri non hanno visto segnali positivi su salari, lavoro, pensioni, lotta alla precarietà e all’evasione fiscale. Venerdì 16 dicembre, giornata conclusiva di una settimana di proteste, è scattato uno sciopero generale regionale contro la manovra in 11 regioni (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia, provincia di Bolzano, Liguria, Toscana, Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Sardegna).  L’agitazione ha interessato tutti i settori: dai trasporti pubblici alle scuole, dalle banche alle aziende. La protesta era iniziata in Calabria il 12 dicembre.

La legge di Stabilità per il 2023 è all’esame della Camera, sono in discussione molti emendamenti ma non si vedono all’orizzonte punti d’incontro.  Lo scontro non si attenua, anzi aumenta. Matteo Salvini ha liquidato con parole dure le proteste. Per il vice presidente del Consiglio e segretario della Lega sono «scioperi inutili» e immotivati mentre il governo lavora. Landini, mai tenero verso alcun governo, ha replicato: Salvini «non ha mai avuto il problema di scioperare» perché non ha mai lavorato. Anche Bombardieri ha attaccato il governo. Per il segretario della Uil «la manovra è sbagliata…non siamo stati ascoltati» anche sulla richiesta di detassare le tredicesime.

I sindacati, però, si sono divisi. La Cisl non ha aderito all’agitazione perché «sulla manovra non si può dire, se non in malafede, che non c’è nulla di positivo». Luigi Sbarra è allarmato: «Quando si agita troppo lo sciopero lo si trasforma in un rito che non produce risultati, ma scarica il peso sulle spalle dei lavoratori, e trasferisce il conflitto nelle aziende».

Ma anche per il segretario della Cisl non tutto va bene: va difeso dall’inflazione il potere d’acquisto di salari e pensioni, va combattuto il precariato e il lavoro nero. La battaglia sulla manovra è appena iniziata dentro e fuori il Parlamento.


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