“Noi siamo con i giovani e le giovani iraniane, che combattono per la libertà, quando colpite uno di loro, colpite l’intera umanità”: è arrivata in pochi giorni a circa cinquemila firme la petizione fortemente voluta e lanciata dall’artista Marisa Laurito, con Luciano Stella, Tosca, Edoardo Bennato, Nino Daniele, Andrea Morinioli, Désirée Klain, Alfredo Guardiano, Tiziana Ciavardini, Gianni Pinto e un gruppo di artisti, intellettuali e volontari della società civile, che hanno a cuore le sorti del popolo iraniano e chiedono a gran voce la fine delle esecuzioni capitali e il rilascio dei manifestanti arrestati. L’appello proseguirà con una grande manifestazione in programma il 7 gennaio alle 12 al Teatro Trianon, in piazza Calenda a Napoli, alla quale ha aderito anche Articolo21, con le giornaliste Désirée Klain e Tiziana Ciavardini, già nel gruppo organizzativo.
Era il 16 settembre 2022 quando Masha Amini, una giovane donna curda, venne uccisa a Teheran, mentre si trovava in custodia della polizia morale. Da allora migliaia di persone coraggiose hanno manifestato pacificamente contro il Regime Islamico in Iran. Regime che ha risposto solo con violenza e atrocità. Ad oggi sono oltre 18 mila i manifestanti arrestati e decine di loro rischiano di essere giustiziati a breve.
“Il mondo – scrivono gli organizzatori nella petizione su change-org – è a conoscenza di quello che si sta perpetrando nella Repubblica Islamica e non può più rimanere silente. Vediamo donne e uomini arrestati, violentati, torturati e uccisi solo per avere protestato per la richiesta dei propri diritti basilari. Siamo a conoscenza di numerose mutilazioni, violenze sessuali, stupri collettivi, organi asportati, cadaveri non consegnati ai familiari e sepolti in luoghi sconosciuti. Sappiamo di processi iniqui senza appello, senza avvocati, senza testimoni e senza prove. Giovani dichiarati morti per suicidio, ma con evidenti segni di percosse e fratture delle ossa. Abbiamo visto le foto di minorenni uccisi senza pietà, di ragazzi e ragazze avvelenati nelle mense universitarie, di manifestanti colpiti in volto o ai genitali, di uomini e donne senza occhi, perché colpiti dai proiettili. Sappiamo di funerali non concessi e di numerose persone scomparse solo per aver richiesto notizie dei propri cari. Siamo venuti a conoscenza dell’uso di droghe allucinogene da parte delle forze di sicurezza, con il fine di picchiare più violentemente i rivoltosi”.
“Alla luce di quanto sopra – dicono ancora nella petizione – è evidente che la Repubblica Islamica dell’Iran stia violando tutti i principi della ‘Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo’ di cui è firmataria e che si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà. Chiediamo al Leader Supremo Ali Khamenei l’immediata fine delle esecuzioni capitali e la fine delle repressioni da parte del regime sul popolo iraniano. Desideriamo che venga data la possibilità a tutte le donne e uomini iraniani di poter manifestare la propria disperazione nei confronti del “sistema iraniano”. Un regime che da circa 44 anni non ha mai concesso il diritto fondamentale di ogni essere umano: la libertà. In questo appello chiediamo inoltre al Premier Giorgia Meloni e al Ministro degli Esteri Antonio Tajani di prendere una posizione decisa nei confronti del Regime Iraniano; al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella di convocare immediatamente all’atto del suo insediamento l’ambasciatore iraniano, dichiarandolo “persona non grata” e di richiamare il nostro ambasciatore in Iran per consultazioni. Chiediamo, infine, al presidente della commissione europea Von Der Leyen di mettere in campo tutte le iniziative di competenza dell’Unione per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali in Iran”.
Da poco in rete l’accorato a videoappello della Laurito, che ricorda anche l’ultima terribile escuzione, che ha visto l’ennesima innocente, una studentessa, arrestata, stuprata e infine uccisa in Iran. Aveva solo 14 anni, la ragazza prelevata con la forza dagli uomini della sicurezza della Repubblica islamica, solo perché mentre era a scuola a Teheran si era tolta il velo islamico, l’hijab, per protesta. Lo denunciano gli attivisti iraniani sui social, spiegando che la studentessa è morta tre giorni dopo essere stata prelevata dagli agenti. Inoltre, sottolineano gli attivisti, la madre della vittima è scomparsa, probabilmente arrestata per impedirle di denunciare quanto accaduto alla figlia. “Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato», ha affermato ieri anche il presidente Sergio Mattarella in un messaggio alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina, dopo aver appreso la notizia del barbaro assassinio della giovane studentessa.
Di seguito il link per firmare la petizione su change org https://www.change.org/p/