Di fronte i timori manifestati da più parti sociali, istituzionali, politiche sulla possibile infiltrazione delle mafie nella ricca torta finanziaria del Pnrr, la manovra di bilancio fatta dal governo e dalla maggioranza sembra fare chiarezza. Con la manovra attuale le mafie e i corrotti sarebbero quasi ufficialmente attesi come ospiti d’onore al banchetto della spesa. La modifica apportata alla legge degli appalti, con la formale giustificazione dello snellimento delle procedure, auspicato da tutti, cancella o indebolisce i controlli. Infatti, i subappalti, oggi previsti non più di due solo per opere complesse, saranno ammessi senza alcun limite. Tutti sanno che i subappalti sono lo schermo per corruzione, lavoro nero, sfruttamento dei lavoratori, canali di riciclaggio di denaro sporco, pratiche delle reti politico-mafiose che rendono difficile il controllo dei Durc (documento di regolarità contributiva). Assieme a questa norma è previsto l’affidamento diretto dei lavori, la moltiplicazione delle stazioni appaltanti, l’abolizione della revisione automatica dei prezzi delle materie prime e dei salari se aumentati causa inflazione o contratti. Inoltre a latere è previsto il ”perdono giudiziario” per gli evasori fiscali, la riduzione dei poteri autonomi di controllo dell’Anac (Autorità anticorruzione) che sarà subordinata d’ora in poi al ministro di turno.
Quanto previsto per il mondo agricolo è altrettanto drammatico perché invece di accrescere la tutela dei diritti dei lavoratori si istituiscono i voucher –buoni lavoro- favorendo lavoro nero e caporalato.
Infine il governo ha rinviato al Parlamento la decisione di votare per il Fondo unico dell’UE- il MES- per intervenire in caso di crisi finanziaria nei vari paesi. Qualche malpensante sostiene che la maggioranza lo boccerà bloccando così la possibile azione unitaria dell’UE e scaricando sulle Camere la responsabilità. L’Italia con 2770 miliardi di debito pubblico si priverebbe in caso di necessità di ricorrervi. Secondo il governo e la maggioranza è quanto voluto dai cittadini che l’hanno votata. Perciò subappalti, controlli deboli, possibile infiltrazioni corruttive e mafiose sarebbero le grandi aspirazioni del popolo conquistato dai populismi demagogici , nauseato dalla politica, sfiduciato dalla crisi, dalla pandemia, dalla disoccupazione, dalla carenza di lavoro, di servizi e dalla divisione inconcludente del variegato mondo dei progressisti.
Lo sciopero riuscito dei sindacati sembra preannunciare, come la manifestazione del PD, un risveglio del mondo del lavoro e dei progressisti per riconquistare la fiducia dei cittadini di ogni età e genere . Ciò vale anche per il mondo dell’antimafia sociale che deve ricercare la mobilitazione unitaria della coscienza civile democratica e antimafiosa del Paese onde dare centralità politica alla sconfitta della soggettività politica del sistema mafioso.
In questa direzione un contributo viene anche dal recente successo del Film “Ora tocca a noi” sulla vita di Pio La Torre del regista Walter Veltroni, prodotto dalla Rai e da Minerva Pictures e sostenuto dal Centro studi Pio La Torre che da trentotto anni ne alimenta la memoria a livello internazionale e nazionale, soprattutto tra gli studenti italiani.