L’allarme è grave e circostanziato. Ne dà conto l’Osservatore Romano, riferendo sulla feroce repressione in atto in Iran contro il movimento” donne, vita, libertà”. Il quotidiano vaticano scrive infatti che dopo la morte il 16 settembre della giovane curda Mahsa Amini, la linea della repressione feroce prosegue anche dopo l’impiccagione di Mohsen Shekari e di Majidreza Rahnavard. Infatti la magistratura ha dichiarato di aver emesso altre 11 condanne capitali contro altrettanti ragazzi scesi in strada per esprimere il proprio dissenso e in generale di aver comminato pene detentive fino a 10 anni per 400 persone, mentre l’agenzia di stampa iraniana vicina ai difensori dei diritti umani ha denunciato che sono stati giustiziati pure altri tre detenuti, accusati di reati comuni. Ma ciò che più qui interessa sottolineare è che le Guardie Rivoluzionarie, i famigerati Pasdaran, hanno “annunciato di aver arrestato alcuni membri di media occidentali impegnati a Pardis, una città a est della capitale”: sarebbero accusati, di aver divulgato immagini e notizie a organi di informazione che comunicano in farsi, la lingua degli iraniani.
Reporter sans Frontieres ha dato conto dell’ impennata degli arresti di giornalisti in Iran nelle ultime settimane. Da 13 che erano i giornalisti detenuti prima dell’assassinio di Mahsa Amini sono diventati 47, solo due Paesi al mondo ne detengono di più.
Il timore che ci sembra legittimo paventare è che colleghi iraniani che abbiamo collaborato con media occidentali che scrivono in farsi vengono accusati di cospirazione con potenze nemiche, reato che potrebbe comportare anche la pena di morte, come è certamente il caso di Nilufar Hamedi e Elahe Mohammadi, due giornaliste che, scrive RSF, hanno aiutato a richiamare l’attenzione su Mahsa Amini e ora rischiano la pena capitale.
Vengono ora posti sotto minaccia gli stessi media occidentali che informano le comunità iraniane nel mondo? L’intenzione di paventare rappresaglie non può essere esclusa, visto che i Pasdaran operano anche fuori dall’Iran. E’ noto e apprezzato nel mondo, ad esempio, il servizio in lingua farsi della BBC, da moltissimo tempo. E’ nota da tempo anche l’ira delle autorità iraniane per l’apertura di Iran International, testata che informa, anche in inglese, su quanto accade in Iran.