Nella giornata indetta sabato 10 dicembre dalle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, uno dei temi cruciali è la libertà per Julian Assange. Un urlo contro la temuta estradizione del fondatore di WikiLeaks, su cui proprio in questi giorni potrebbe consumarsi la temuta decisione delle Corti londinesi. In numerose città italiane vi saranno manifestazioni, sit in e iniziative: da Roma, a Milano, a Reggio Emilia, a Trieste, a Venezia, a Napoli, a Venaus (Torino), ad altre che si stanno aggiungendo. Vi sarà anche l’installazione di Davide Dormino, con la sedia vuota da cui parlare per denunciare il nuovo clamoroso sopruso. E non solo in Italia, bensì pure in Germania, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Portogallo e forse in Francia. A Roma, il prossimo martedì 13 dicembre, presso il cinema buono L’Aquila, sarà poi proiettato il film sulla vicenda di Assange diretto dal regista Ben Lawerence. Film rifiutato assurdamente dai festival del cinema di Torino e di Roma. Interverranno alla serata romana Tina Marinari di Amnesty International e la giornalista Sara Chessa. Come si vede, dunque, la questione di Assange è entrata finalmente nell’agenda delle priorità democratiche, dopo un lungo periodo di sottovalutazione. Grazie a tante e tanti comitati -tra i quali “La mia voce per Assange” che ha raccolto quasi cento video di sostegno del mondo dell’arte e della cultura- e grazie all’Ordine dei giornalisti che ha consegnato al padre la tessera ad honorem, nonché alla Federazione della stampa italiana e internazionale si è riusciti a illuminare una storia drammatica. Se, infatti, il giornalista di origine australiana venisse estradato negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio con una pena prevista di 175 anni di carcere, sarebbe inferto un colpo letale alla libertà di informazione. Nulla sarebbe come prima. Chi volesse mettere il naso nel potere segreto, descritto nel suo pregevole volume da Stefania Maurizi, saprebbe a quali rischi andrebbe incontro. Ecco perché Articolo21, impegnato fin dall’inizio in una fondamentale azione civile e morale a difesa di Assange e contro ogni forma di bavaglio, ci sarà portando le esperienze di questi anni e con un tenace programma volto a disegnare i contorni di un’altra informazione. Contro ogni autoritarismo, qualsiasi sia il suo colore.